3 gol in un match: il Venezia non li faceva dal 3 Giugno 2018

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Play-off: Grifo, lascia stare i precedenti. La storia del Perugia negli spareggi per la A con la formula attuale è un bagno di sangue

3 gol in un match: il Venezia non li faceva dal 3 Giugno 2018. I lagunari non siglavano un tris dal preliminare play-off col Grifo. Questa statistica sintetizza il disastro del club di Pian di Massiano

 

Autodistruzione, suicidio, eutanasia.

Tre termini, scegliete voi quello che più vi aggrada, per descrivere la sconcertante, drammatica situazione del Perugia Calcio che, perseverando nelle sue vergognose prestazioni, è andato a perdere strameritatamente 3-1 contro un Venezia, a cui sarebbe bastato solo pareggiare per salvarsi, ed è giustamente precipitato sulla soglia della retrocessione, in quel corridoio buio chiamato playout, dove una sola delle due contendenti troverà l’uscita giusta mentre l’altra imboccherà quella sbagliata, precipitando nell’Inferno della Serie C.

E dobbiamo ringraziare l’esterno d’attacco del Chievo Garritano, che segnando il gol della vittoria contro il Pescara a due minuti dal termine della gara del “Bentegodi” ha permesso in extremis ai grifoni di restare appaiati agli abruzzesi, ma col vantaggio degli scontri diretti, scongiurando loro, ma soprattutto ai tifosi, gli unici esenti da colpe, l’amara retrocessione diretta per la classifica avulsa nel caso giovedì il Collegio di Garanzia del Coni restituisse uuo dei due punti di penalizzazione al Trapani.

Prima della gara del “Penzo” avevamo dato tutti per scontato che al Perugia occorresse solo vincere per potersi salvare nella regular “season”, ma l’inaspettata prestazione “monstre” del già promosso Benevento sul campo dell’Ascoli, con il Benevento che ha indirettamente restituito in parte al Perugia il prezioso “cadeau” che i grifoni omaggiarono ai giallorossi quattro anni fa nelle due semifinali playoff, regalando loro l’accesso alla finale e, praticamente la Serie A, ha rimescolato le carte e, a quel punto, al Perugia sarebbe bastato pareggiare, risultato comodo anche per i lagunari, per salvarsi.

Ed invece, impresa non facile, un Perugia ancora più brutto di quello che aveva incredibilmente perso in casa, nel recupero, col Trapani, è stato dominato dalla giovane, veloce, ma qualitativamente modesta, squadra lagunare del bravo mister Dionisi.

E il pesante 3-1 ci sta tutto, alla luce della solita abulia dell’attacco, con Oddo che si è inventato i tre tenori, Iemmello, Falcinelli e Melchiorri, tutti in campo contemporaneamente dall’inizio e tutti e tre regolarmente non pervenuti, del clamoroso palo colto dai veneti e di almeno un paio di interventi salva risultato del solito Vicario, ex della gara, occasioni facilitate dalla sagra degli orrori della difesa del Perugia, mal protetta come sempre da un centrocampo evanescente e rimasta, tra l’altro, priva nella ripresa del suo uomo più esperto, Angella, che, in preda al nervosismo, ha scalciato un avversario venendo espulso, col risultato che sarà sicuramente assente per squalifica nelle due gare dei playout.

La cosa ancora più grave è che il Perugia ha subito tre gol dalla squadra che ha segnato di meno in campionato dopo il Livorno, solo trentaquattro gol segnati in trentasette gare, prima di quella di ieri sera e che, in questa stagione e anche in quella passata, non aveva mai messo a segno tre gol.

L’ultima volta che ci era riuscito era stato in occasione del tre zero nel preliminare del 3 Giugno 2018, indovinate un po’ contro chi?

Bravi, contro il Perugia del Presidente Santopadre, del Direttore dell’Area Tecnica Goretti e del D. S. Pizzimenti, gli unici rimasti a fare da “Trade Union” da quella disastrosa partita, i veri responsabili del declino di questi ultimi anni, i numeri sono incontrovertibili e parlano chiaro, culminato con l’ingloriosa partecipazione al playout, quando, parole e musica di Santopadre, “l’obiettivo e’ la Serie A“ e, parole e musica di Goretti, “se non andremo in Serie A sarà un fallimento”, poi corretto come fallimento personale.

Proprio quest’ultima dichiarazione, con la conseguente risposta pepata di Oddo qualche giorno dopo, alla vigilia della pesante debacle di Pordenone, è stata una delle cause principali di questa stagione disarmante, costellata da due inutili cambi di allenatore, quando invece le colpe maggiori non erano da addebitare ai due tecnici (e non è escluso che prima del playout non ce ne possa essere anche un altro) ma ad una rosa non all’altezza degli obiettivi sbandierati, formata male in estate e corretta peggio a Gennaio. Composta da giocatori, molti fragili caratterialmente, altri spocchiosi, sicuramente non in grado di lottare per la salvezza.

Ed è proprio questo che preoccupa in vista del playout, che sia contro il Cosenza con lo svantaggio, in questo momento nettamente superiore al Perugia, se al Trapani dovessero essere restituiti entrambi i punti, che sia con lo stesso Trapani, sempre con lo svantaggio, con i siciliani in formissima ed eventualmente gasati dalla riammissione al playout, se verrà restituito loro un solo punto, o più probabilmente con un Pescara, stavolta col vantaggio della classifica, in caso di mancato accoglimento del ricorso dei siciliani, squadra, quella abruzzese, tendenzialmente con gli stessi grossi problemi dei grifoni ma che arriverebbe caricatissima al playout per aver scampato la retrocessione diretta, inevitabile se al Trapani venisse restituito anche un solo punto.

Insomma, come si dice da queste parti, “Gli atti nn’en belli”.

L’auspicio di tutti è che da qui a una decina di giorni, quando si tornerà a giocare il playout (non si giocherà più la gara d’andata il 7 Agosto visto che la sentenza sul ricorso del Trapani ci sarà solo il 6, con la nuova data che dovrebbe essere decisa lunedì dalla Lega) qualcosa cambi e che, anche se in extremis e dopo un campionato vergognoso, il Perugia riesca a salvare la categoria.

Danilo Tedeschini