“Febbre a ’90” fotografa il momento del Grifo

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Bartolomei e Frabotta saltano il match del

Attacco in sofferenza e contro la Spal arriva un altro pareggino. Rigore a Melchiorri? Non era la scelta giusta…

 

“Un pareggio, 0-0, contro una squadra da niente, in una partita insignificante, di fronte a un pubblico insofferente, di tanto in tanto arrabbiato ma più che altro stancamente tollerante, nel freddo gelido di gennaio…”.

Questa frase, ripresa dal libro capolavoro “Febbre a ’90” dello scrittore inglese Nick Hornby, fotografa quasi fedelmente lo scialbo zero a zero di ieri dei grifoni al “Curi” contro la Spal.

Magari non era Gennaio ma Dicembre e il freddo non era gelido ma umido, ma per il resto la similitudine regge bene, con il termine insignificante riferito non all’importanza della gara, fondamentale e assolutamente da vincere per il Perugia, ma alla prestazione offerta dalla formazione di Castori.

E’ il secondo zero a zero di fila ottenuto in uno scontro diretto assolutamente da vincere, contro Cosenza e Spal, due delle squadre che lottano per salvarsi, proprio le due formazioni che nella particolare classifica delle ultime sei gare di campionato riguardante le ultime sei, uno scorcio di campionato nel quale i grifoni hanno totalizzato sei punti, sono, rispettivamente, penultimo il Cosenza, con gli stessi sei punti del Perugia e ultima la Spal con i solo quattro punti conquistati.

Bastano questi pochi numeri per capire la pochezza dell’attacco biancorosso, incapace di segnare la miseria di un gol a queste due, tutt’altro che trascendentali, formazioni.

Contro la Spal poi, non è stato sufficiente anche avere a disposizione il rigore concesso dall’arbitro Gualtieri dopo un’ora di gioco, dopo l’intervento del collega al Var Di Martino e malamente sprecato, con una saetta centrale che ha infranto la traversa, da Melchiorri.

E’ il terzo rigore sbagliato su quattro tirati, tutti e tre sullo zero a zero, per di più da tre giocatori diversi, Olivieri contro il Bari, Di Carmine a Terni e ieri, contro la Spal, da Melchiorri, unico grifone, comunque, ad aver trasformato in questa stagione l’unico penalty nella vittoriosa trasferta di Reggio Calabria. E questa è stata la ragione, come ha affermato Castori a fine gara, per cui il tiro dal dischetto è stato nuovamente affidato al “cigno di Treia”.

Motivazione giusta fino ad un certo punto perché non si è considerato che Melchiorri l’anno scorso ha giocato tutto l’anno con la maglia della Spal e, durante gli allenamenti settimanali, in particolare nella rifinitura della vigilia quando gli allenatori fanno battere ai giocatori ritenuti specialisti sette otto rigori a testa, a provare a pararli c’era il portiere Alfonso, lo stesso di ieri, che conosceva, quindi, a menadito il modo di tirare di Melchiorri che, probabilmente condizionato da questo, ha optato per cambiare, tirando la “botta” centrale, stampatasi, purtroppo, sulla traversa.

I rigori sbagliati sono, però, solo la punta dell’iceberg negativo dell’attacco del Perugia, di gran lunga il peggiore del campionato, con le sole dieci reti segnate in sedici gare, ad una catastrofica media di 0,62 a partita.

Attacco che, però, al di là dei demeriti dei singoli, soffre terribilmente la qualità del gioco poco offensivo del tecnico marchigiano, al di là dei tanti palloni recuperati nella metà campo avversaria, come sottolineato da un contrariato Castori nel dopo gara di ieri.

Anche qui i numeri sono eloquenti visto che nelle tredici gare con Castori in panchina di gol ne sono stati segnati solo otto, con la media che si abbassa ulteriormente ad un impietoso 0,61 a partita.

Il Perugia di Castori ha vinto le uniche tre gare di quest’anno sbloccando la gara solo con le ripartenze, magari sfruttando anche indecisioni o errori degli avversari, come avvenuto a Reggio Calabria in occasione del gol di Melchiorri, di quello di Olivieri col Genoa o di quello di Strizzolo, lasciato completamente libero dalla difesa ascolana a pochi metri dalla porta. Uno dei rari gol arrivati con una bella trama di gioco è stato quello segnato da Di Carmine a Modena, troppo poco.

Anche ieri, contro la Spal poche idee ma confuse. Poi è normale che, grazie alla tenuta difensiva contro avversari  che, però,  per diversi motivi, erano leggeri in attacco, il Cosenza da sempre, la Spal, ieri, perchè scesa in campo con il solo Moncini davanti, uscito dopo pochi minuti per un infortunio e sostituito da La Mantia, arrivino i pareggini. Ma con i pareggini non si rimonta, lo abbiamo sottolineato anche la settimana scorsa.

La famosa continuità ritrovata, sbandierata da molti, nelle ultime sei gare, ha partorito sei punti, che è poi la media totale tenuta da Castori, tredici punti nelle sue tredici partite, ma non ha fatto recuperare nessun punto rispetto alla zona salvezza, cinque lunghezze di distacco erano alla decima e cinque sono ora, ma con sei giornate in meno da giocare, mentre si è recuperata solo una lunghezza, erano quattro e adesso sono tre, sulla zona playout.

Urge assolutamente un cambio di passo perchè, dopo gli ultimi due mezzi passi falsi, soprattutto quello di ieri, sarà più difficile girare a diciotto, la quota minima per sperare di agganciare, con almeno venticinque punti nel girone di ritorno, la salvezza.

Lo scontro diretto casalingo con lo scorbutico Venezia, specialista delle trasferte e le due insidiose trasferte di Cagliari, già dopodomani, contro una squadra ferita e bisognosa di una vittoria e di Benevento devono regalare i cinque punti necessari per centrare l’obiettivo minimo al giro di boa.

Danilo Tedeschini