Il Grifo non decolla: rosa sopravvalutata?

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Il Grifo non decolla: rosa sopravvalutata? Il pareggio interno contro la Virtus Verona apre le riflessioni sulla reale consistenza della squadra di Caserta. Per il primato finale serve il ‘mercato di gennaio’ e un filotto di risultati

 

La partita dei controsensi, come quello che la Virtus Vecomp Verona aveva un’ottima difesa ed invece alla fine si è ritrovata con due gol sul groppone. Come quello che gli attaccanti del Perugia segnano poco ed invece i gol biancorossi portano la firma proprio di Murano e Melchiorri. Quello che anche la difesa del Perugia è forte visto che nelle ultime dieci gare aveva subito solo tre gol, dei quali solo due su rigore ed invece, ieri, si è fatta infilare due volte su azione dai veronesi che, quarto controsenso, venivano disegnati come una squadra poco prolifica ed invece segnano due gol, per di più in trasferta.

Ci fermiamo qui con i controsensi di questo pareggio per due a due tra Perugia e Verona che, d’altro canto, conferma, invece, la statistica che inquadra i veronesi come la squadra più pareggiona del campionato.

Un pari che, purtroppo, porta a ben cinque punti il distacco dei grifoni dalla vetta che, in attesa del posticipo di stasera del Padova contro la Triestina, vede il Sudtirol solo al comando, con il serio rischio, però, che una vittoria biancoscudata porti anche la squadra di mister Mandorlini al comando con cinque lunghezze sui grifoni, raggiunti a quota ventisette dal Modena che, al momento, rimane dietro per lo scontro diretto perso al “Braglia”.

Insomma, nella domenica in cui, in un “Curi” illuminato dal sole, al mattino si era omaggiata con grande commozione la salma del Campione del Mondo Paolo Rossi, al pomeriggio, con questo pareggio si è complicata ancor di più la corsa dei grifoni verso il primo posto, obiettivo primario e unico per poter ritornare in Serie B senza passare da quel terno al lotto che sono i playoff di Serie C, con ventotto squadre ammesse e una sola promossa. Una situazione non compromessa ma estremamente delicata soprattutto se i cinque punti di distacco dalla vetta dovessero essere nei confronti di due squadre.

E poteva decisamente andare peggio visto che i veronesi, dopo aver sbagliato un rigore nella prima frazione, respinto alla grande da Fulignati, si trovavano meritatamente in vantaggio per due a zero a dieci minuti dalla fine quando un “puntatone” da fuori area di Murano, fino a quel momento ancora una volta deludente, altro controsenso, riapriva la gara, con Melchiorri, anche ieri dimostratosi giocatore di categoria superiore, che arpionava l’insperato pari a quattro minuti dal termine innescando anche la speranza di una clamorosa, quanto, purtroppo, vana, completa rimonta.

Un pareggio deludente, bisogna sottolinearlo a chiare note, nonostante l’orgoglioso finale, che conferma le difficoltà dei grifoni a fare gioco contro squadre coperte e brave a ripartire.

Evidentemente aveva illuso la facile vittoria contro l’Imolese, valutata ottimisticamente dai più senza prendere seriamente in considerazione che gli emiliani erano alla quinta sconfitta consecutiva, sconfitte salite a sei con quella rimediata in casa sabato sera dalla modesta Vis Pesaro e che la squadra di Cevoli non segnava un gol, lo ha fatto ieri, da ben otto gare,

Altra prova negativa di Burrai, che, dispiace sottolinearlo, è nettamente al di sotto delle sue prestazioni con la maglia del Pordenone. Ieri ci ha messo del suo anche mister Caserta, schierando dall’inizio, vicino a Burrai, Kouan e Dragomir, assolutamente sotto tono e giustamente sostituiti ad inizio ripresa da Falzerano e Sounas. Discreta la prova dell’ex veneziano e anche il greco ha dato un contributo migliore dimostrando di essere pedina insostituibile nello scacchiere di centrocampo.

Passano le giornate, quindici, ma la squadra non decolla dimostrando settimana dopo settimana i problemi e i limiti di una rosa, probabilmente, troppo sopravvalutata e che va avanti solo grazie alle prestazioni dei singoli, Melchiorri in avanti, Sounas a centrocampo, l’unico dei nuovi a dimostrare una certa continuità e Angella e Monaco in difesa. E con questi limiti si fa difficile arrivare a quella soglia di settantanove punti (e ci siamo tenuti bassi perchè oggi ne servirebbero addirittura ottantuno, ottantadue) necessaria per arrivare primi il 25 Aprile, altro che primi a Natale.

Siamo in pochi ad esserci accorti che il Perugia nelle ultime cinque gare ha perso ben sei punti nei confronti del Sudtirol e tre, quattro o sei nei confronti del Padova (dipenderà dal risultato di stasera), mentre in molti continuano a giustificare il ritardo con la falsa partenza delle prime quattro giornate, recuperata invece successivamente.

Se si continueranno a creare alibi, a giustificare e a non sottolineare i difetti della rosa che Santopadre anche quest’anno ha messo a disposizione del tecnico di turno, si continuerà a fare il male del Perugia e, come ogni stagione, si andrà incontro a delusioni.

Mancano ventitré partite al termine e di queste ventitré il Perugia è obbligato a vincerne ben quindici, pareggiarne sette e perderne solo una per arrivare a quota settantanove (che forse potrebbe anche non essere sufficiente per arrivare primi) e se ai primi di Gennaio, sottolineiamo ai primi di Gennaio, non a fine mercato, la rosa non sarà subito ben rafforzata con un centrocampista fisico e un attaccante di valore per poter affrontare al meglio le ventuno gare rimanenti dal 10 Gennaio in poi, ci rimarrebbe solo la remota chance della vittoria dei playoff.

Intanto, però, prima della sosta occorrerà fare bottino pieno a Trieste e in casa col Ravenna onde evitare ulteriori, pesanti, distacchi in classifica. Ma la gara di sabato al “Nereo Rocco” contro la Triestina non sarà certo una passeggiata, qualsiasi sia il risultato che gli alabardati coglieranno stasera all’“Euganeo”.

Avessimo battuto la Virtus Verona, infatti, a Trieste ci saremmo anche potuti accontentare di un pari ma, dopo il deludente pareggio di ieri, a Trieste servirà vincere e per riuscirci occorrerà che mister Caserta e i suoi ragazzi buttino il cuore oltre l’ostacolo.

Danilo Tedeschini