A Cesena il Perugia ha “surgelato” le ambizioni

1250
 

Riesce difficile commentare l’ennesima prova incolore del Perugia senza dover ripetere i concetti fin qui espressi dall’inizio del campionato. La sconfitta dell’“Orogel Stadium”, rifacendoci proprio al nome dello stadio cesenate, ha probabilmente definitivamente surgelato le ambizioni del Perugia, scivolato all’undicesimo posto della classifica, qualsiasi risultato esca dal posticipo di La Spezia, a ben quattordici punti, distanza massima consentita per poter accedere ai play-off, dalla terza in classifica, il Pescara, addirittura perdendo ulteriore terreno sugli abruzzesi nonostante il loro calo nelle ultime due giornate. Immaginare che da qui alla fine, dopo aver perso tutti questi punti dalla terza, si possa non perdere più neanche un punticino dagli abruzzesi, rimane difficile. Ci vorrebbe un vero e proprio miracolo che non sembra essere nelle corde della squadra di Bisoli. Già, Bisoli, il tecnico di Porretta Terme, proprio sul terreno che lo aveva visto protagonista delle sue stagioni migliori, ha probabilmente perso, insieme alla partita, gli ultimi rivoli di credibilità nei confronti di coloro che, in oltre milleseicento, avevano seguito con tanta passione in Romagna i grifoni, i tifosi. E poiché il presidente Santopadre, che gli spifferi di Pian di Massiano raccontano coltivasse già dopo il pari con lo Spezia una malcelata insoddisfazione, è sempre molto attento, forse anche troppo, agli umori dei tifosi, non ci meraviglierebbe se l’avventura di Bisoli a Perugia fosse al capolinea. D’altro canto il ruolino di marcia delle ultime dieci gare parla da solo, con dieci punti conquistati,  una media da play-out, se non da retrocessione diretta, di un misero punto a partita, peggiorata addirittura in questo 2006, dove in sei gare i grifoni hanno rimediato solo quattro punti. Neanche dopo la fine del mercato c’ è stata una svolta positiva visto che, al contrario dello scorso anno dove nelle due gare post-mercato il Perugia fece bottino pieno, contro Spezia e a Cesena è stato conquistato solo un punto, nonostante la superiorità numerica. Un tallone d’Achille, la superiorità numerica, che ha quasi sempre messo a nudo le carenze del gioco offensivo di Bisoli e che, proprio ieri, a parte invertite, con il Perugia stavolta con l’uomo in meno, è stata invece magistralmente sfruttata dalla formazione di Drago, quasi a mettere il dito sulla piaga delle enormi lacune del gioco “bisoliano”. Si fa quindi strada l’ipotesi di un cambio di panchina, vedremo se subito o se dopo un eventuale insuccesso contro il Trapani nel prossimo “Monday Night” del “Curi”. Personalmente, a questo punto lo riterremmo tardivo e inutile perché Bisoli, a nostro modesto parere, andava esonerato dopo la sconfitta di Ascoli quando il Perugia veleggiava tristemente in zona play-out o al massimo, dopo le due sconfitte consecutive col Novara e a Bari, quando ci sarebbe stato spazio e tempo per un nuovo tecnico per poter inculcare il proprio credo calcistico e per poter effettuare l’agognata svolta. Esonerare il tecnico ora, con sole sedici partite da giocare, con l’obbligo di tenere da qui alla fine almeno lo stesso ruolino di marcia del Pescara per poter accedere ai play-off, non solo sarebbe una decisione tardiva ma, al contempo, addosserebbe solo al tecnico, che ne ha comunque di enormi, le responsabilità di una stagione negativa che appartengono invece anche alla società che, come ogni anno, con un deficitario mercato estivo costringe l’allenatore di turno, bravo o meno bravo che sia, ad un condizionante girone d’andata ad handicap. A meno non si dia  all’eventuale nuovo tecnico l’“imput”di sfruttare le partite che rimangono per conoscere bene i giocatori e cominciare ad impostare con tranquillità la prossima stagione anche se tranquillità non è una parola che si addice molto all’ambiente biancorosso.

Danilo Tedeschini