Al Perugia il “Curi” frutta solo il 50%

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In una sala stampa piuttosto animata come quella del post Perugia-Ascoli di ieri, un collega ascolano sottolinea ad un certo punto ad un dirigente del “Picchio”: “…tra le cose positive c’è da rimarcare anche il fatto che, per la prima volta in questa stagione l’Ascoli non subisce gol in trasferta!” Ecco l’essenza di questa ennesima figuraccia casalinga del Perugia, ma in generale di tutto il campionato giocato al “Curi”, è tutta in questa frase. L’essere riusciti a non segnare ad una difesa colabrodo come quella marchigiana è stata una vera e propria impresa, chiaramente in negativo, a dimostrazione ancora una volta della totale mancanza, ormai cronica, di un gioco offensivo, non dico scintillante ma quantomeno adeguato, che penalizza la classifica tutt’altro che soddisfacente del Perugia di Bisoli. Se a questo si aggiunge che stavolta è venuto a mancare il solito prezioso contributo della difesa, colpevole in entrambe le segnature, (ma non si può certo gettare la croce addosso a Rosati visto che le sue straordinarie parate hanno regalato, fin qui, almeno sette, otto punti in più alla non eccelsa classifica dei grifoni) ecco spiegata la sconfitta contro l’Ascoli, la quinta di quest’anno, una sola in meno del record negativo di sei degli ultimi due lustri,  detenuto dal Perugia di Cuccureddu, anche se, ad onor del vero, il tecnico di Alghero ne perse cinque, visto che la sesta la subì Matrecano nel suo breve interregno in panchina di due sole gare. Ma oltre le cinque sconfitte ci sono anche i sei pareggi e le sole sette vittorie in diciotto gare, a testimoniare un cammino interno assolutamente da dimenticare, con un totale di ben ventisette punti su cinquantaquattro, il 50%, buttato letteralmente alle ortiche. Il Perugia, novello Penelope, disfa sistematicamente tra le mura amiche quanto di buono riesce a conquistare in trasferta, dove il rimanere coperti e l’agire in contropiede ha, comunque pagato, soprattutto negli ultimi tempi. Ma in casa niente, con le punte, ieri è toccato ad Aguirre e Bianchi, costrette o a snaturare il proprio gioco o a figuracce, mentre, oltretutto, il miglior marcatore della squadra, Ardemagni, viene lasciato languire in panchina. C’è poi da sottolineare anche la lentezza della manovra perugina, ieri, tra i centrocampisti, l’unico a salvarsi è stato ancora una volta Prcic, con Zebli, Rizzo e Della Rocca tutti sottotono. Parlare ancora di play-off dopo questa ennesima sconfitta casalinga che relega il Perugia ancora nell’anonimato del centro classifica all’undicesimo posto, sembra utopistico ma, per dovere di cronaca, sottolineeremo che l’ottavo posto, occupato attualmente dal Pescara, è ora lontano sei punti, in virtù degli scontri diretti favorevoli agli abruzzesi nei confronti del Perugia, ad otto gare dalla fine. E lunedì sera, intanto, si va a Brescia, ad incontrare la squadra che ci precede in classifica di tre lunghezze, arrabbiata per essere appena uscita dalla zona play-out a causa della sonante sconfitta subita a Trapani dalla sempre più sorprendente squadra di Serse Cosmi e dell’altro indimenticato ex grifone, Gennaro Scognamiglio, uno dei tanti eroi del “Quattro Maggio” colpevolmente sbolognati da Perugia, autore ieri del suo sesto gol personale, capocannoniere tra tutti i difensori della cadetteria. Partita difficile quella contro le rondinelle ma, visto l’andazzo, forse è meglio che si giochi in trasferta. Un risultato positivo al “Rigamonti”, possibilmente una vittoria, eviterebbe, infatti, un’ingloriosa chiusura anticipata di un mese e mezzo del campionato dei grifoni.

Danilo Tedeschini