Perugia: ma siamo sicuri che quello di Carpi è un punto guadagnato?

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Il Perugia conquista un preziosissimo punto in casa di una temibile concorrente, il Carpi, una delle tre squadre retrocesse dalla Serie A e sale al quarto posto della classifica generale affiancando il Benevento, clamorosamente battuto in casa dal Trapani ma superandolo grazie ai migliori scontri diretti. Questa potrebbe essere un’analisi corretta quanto superficiale  di quanto accaduto al “Cabassi”, ma consentiteci di affermare invece come, a nostro modesto parere, il Perugia ieri abbia buttato al vento due punti più che conquistarne uno, perché contro un Carpi letteralmente decimato dagli infortuni, Castori ha dovuto fare a meno di ben sei titolari, il portiere Belec, entrambi i difensori di fascia, Struna e Lasiki, gli esterni Pasciuti e Di Gaudio e l’attaccante centrale Mbakogu, di tre prime riserve come Jelenec, Seck e Bifulco, oltre al secondo portiere Colombi, dovendo schierare tra i pali il debuttante terzo portiere Petkovic, il Grifo, a sua volta privo di Dezi e di due rincalzi di lusso come Acampora e Mancini, avrebbe potuto e dovuto riportare a casa l’intera posta. Ed invece, come spesso accade quando il Grifo incontra squadre chiuse, il Perugia si è adattato ai ritmi bassi del Carpi e, pur tenendo in mano il pallino del gioco per gran parte della gara, non è mai riuscito ad impegnare seriamente il terzo portiere emiliano. E meno male che il solito Brignoli ha ancora salvato il pari con un prodigioso intervento nell’unica vera occasione di tutta la gara creata dalle due squadre. Una vittoria avrebbe permesso al Perugia di isolarsi al quarto posto, staccando le avversarie e, soprattutto, di diminuire quel gap dalla terza, il Verona, salito pericolosamente a sette punti, con il serio rischio, se da qui alla fine gli scaligeri dovessero guadagnare altri tre punti sulla quarta, di un annullamento dei playoff e conseguente promozione diretta della terza. E meno male che il pisano Tabanelli, a cinque minuti dalla fine, ha tolto altri due punti al Verona. Certo la classifica sorride al Perugia, che è quarto, ma la sensazione è che lo sia più per demerito delle altre concorrenti che continuano a viaggiare ad un ritmo da lumache, che per merito poprio. D’altro canto il punto e mezzo a partita del Perugia, proiezione finale di sessantatre punti, nei campionati precedenti ha fruttato solo un ottavo posto due anni fa e un nono l’anno scorso mentre in un campionato equilibrato in basso come questo, a sole dieci giornate dal termine, riesce a garantire addirittura un quarto posto. Insomma una situazione, facendo un paragone con il secondo sport che da sempre ci ha appassionato di più dopo il calcio, il ciclismo, nella quale ci sono tre corridori in fuga, con un bel vantaggio sul gruppo, ma con uno, il Verona, che stenta a tenere il ritmo degli altri due, gruppo guidato ora dal Perugia che, dopo che il Benevento è stato risucchiato, rischia concretamente, procedendo di questo passo, di arrivare fuori tempo massimo. Il Grifo perde poco ma vince anche poco e se questo gli garantisce una buona classifica potrebbe alla fine condannarlo ad una beffa atroce insieme a tutti gli altri inseguitori. Ed è per questo che dovrà assolutamente fare bottino pieno in queste due prossime gare casalinghe consecutive con Vicenza e Pisa. Non sarà assolutamente facile perché sono le due squadre più difensivistiche del campionato, plasmate a somiglianza del credo calcistico dei loro allenatori, l’ex Bisoli e Rino Gattuso, entrambe, tra l’altro, bisognose di punti per centrare la salvezza e si sa quanto il Grifo soffra questo tipo di squadre. Ma fare il pieno sarà indispensabile per allontanare lo spettro della terza promozione diretta, sperando anche che il Verona, nel frattempo, continui a dare fiducia al suo allenatore Pecchia.

Danilo Tedeschini