Playoff appesi ad un filo, ma senza una punta …

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I play-off, almeno al momento, a due giornate dalla fine del torneo, non si fanno. E’ questo, putroppo il pesante verdetto della terzultima giornata nella quale, alle vittorie del Verona, secondo, a Chiavari e a quella casalinga, molto sudata e non limpidissima, del Frosinone, terzo, in casa contro un ottimo Trapani, è corrisposto il pareggio casalingo del Perugia, quarto, contro lo Spezia, che fa scivolare i grifoni oltre i nove punti di distacco dalla terza (sono dieci dai ciociari) per cui se il campionato finisse oggi il Frosinone salirebbe in A direttamente come terzo, annullando la disputa dei play-off. Ora tutto è riposto nei match di sabato, Verona-Carpi e, soprattutto, Benevento-Frosinone, sempre che il Grifo vinca a Latina, poichè i pontini, anche se già retrocessi, non regaleranno niente, come dimostrato oggi a Brescia. Quindi è l’ennesimo pareggio  a frenare ancora una volta il Perugia, il diciannovesimo in totale, l’undicesimo casalingo, a cui vanno aggiunte anche due sconfitte, sulle venti gare disputate al “Curi”, con ben sette zero a zero dei quali quattro casalinghi. Troppo, per una squadra che dall’inizio del campionato ha basato il suo gioco sull’offendere con il giusto equlibrio, come recita il credo calcistico del suo bravo tecnico Cristian Bucchi. E proprio il tecnico, nella conferenza stampa del dopo Spezia, ha accennato alla mancanza in rosa di una punta fisica, “alla Diuric o alla Granoche – come affermato da Bucchi – in grado di agire da apriscatole per le difese molto chiuse affrontate spesso in questo campionato al “Curi”. Non si può certo dire che il mister non le abbia provate tutte per ovviare a questa lacuna, cambiando spesso uomini e moduli, ma le difficoltà offensive casalinghe sono rimaste. La mancanza di un bomber vero in rosa è infatti la ragione principale del quasi cinquanta per cento dei punti lasciati in casa, ben ventotto su sessanta, che pesano come un macigno sulla pur buona classifica del Grifo, quarto, nettamente al di là delle previsioni della vigilia lo davano al massimo in lotta per le ultime tre posizioni della griglia play-off. Un quarto posto dovuto, invece, soprattutto al sensazionale rendimento esterno, il migliore dopo quello della capolista Spal, quando gli avversari, dovendo attaccare, lasciavano quegli spazi che esaltavano l’ottimo impianto di gioco che il tecnico perugino ha regalato alla sua squadra fin dall’inizio del torneo. Certo, ieri sera lo Spezia non è venuto a difendersi, anzi, se c’è una squadra che è andata più vicina alla vittoria è proprio quella ligure, con il palo colto da Granoche e il solito miracolo di Brignoli sempre sull’attaccante dello Spezia (e pensare che “el Diablo” era svincolato e senza squadra fino all’ultimo giorno del mercato), ma contro la squadra di Di Carlo  hanno pesato enormemente le troppe assenze. Non è stato facile dover rinunciare a ben sei titolari, Belmonte, Volta, Dezi, Brighi, Di Chiara e Di Carmine, quest’ultimo entrato durante il secondo tempo ma apparso non al massimo, oltre a titolari aggiunti come Nicastro e Monaco, anch’esso subentrato nella ripresa per tamponare l’infortunio di un altro titolare, capitan Del Prete. In queste condizioni, con tanti giovanissimi in campo,  Dossena, Mancini e Di Nolfo e addirittura il rispolverato Alhassan, che non giocava da una vita, rimesso al volo in lista al posto di Belmonte che, a causa dell’infortunio patito a Vercelli, sarà “out” fino a fine stagione, Bucchi  e i suoi ragazzi ci hanno provato ma, soprattutto a centrocampo, le contemporanee assenze di Dezi e Brighi si sono fatte sentire più del dovuto nonostante la generosissima prova di Acampora. Ora, non essendo  più padrone del proprio destino, il Perugia, oltre a vincere le due partite restanti si deve augurare un passo falso o di Verona o del Frosinone per poter disputare, da quarti, quei play-off che, molto probabilmente, opporrebbero in semifinale ai grifoni la vincente del preliminare Benevento-Carpi.

Danilo Tedeschini