“Provvidenza” Di Carmine merita il titolo di “Capitano”

1980

“Provvidenza” Di Carmine merita il titolo di “Capitano”. Il Perugia torna alla vittoria grazie (anche) all’ennesima prodezza del suo attaccante, ormai entrato nella “storia del Grifo”. A lui la fascia

 

Ormai mi conoscete e sapete che non riesco a resistere ad autocelebrarmi e citarmi.

Spero che abbiate pazienza, ma è più forte di me.

Martedì sera, subito dopo che Samuel Di Carmine – da me già ribattezzato “Provvidenza” – aveva siglato il suo 18mo gol stagionale, ripensavo agli anni passati.

Quando – durante varie trasmissioni televisive a cui partecipavo come opinionista – sentivo dire “Di Carmine è buon giocatore, ma segna poco e non è una prima punta”.

Ed io rispondevo “Non sono un tecnico, ma mi sembra che in campo i suoi movimenti siano invece proprio da prima punta!”.

Sentivo: “Non ha continuità: i gol che fa sono concentrati in poche partite e poi ‘sparisce’ per mesi” oppure “Il Perugia segna poco, perché è senza attacco”.

E rispondevo: “Guardate che Di Carmine ha grandi potenzialità e grandissimi margini di crescita, acquisterà anche la continuità.   Segna poco, perché è troppo solo, ma ha l’istinto del ‘killer’, tipico dei grandi attaccanti”.

Nell’intervista del dopo Carpi, “Provvidenza” ha manifestato – con il suo solito garbo ed educazione – quanto lo disturbassero queste “riserve” degli anni passati sulle sue capacità.

E quanto sia soddisfatto perché ora riesce finalmente a dimostrare il suo valore.

Inoltre dopo la vittoria esterna con il Pescara a fine gennaio, condita dal 13mo gol del bomber e tutti i “rumors” che fosse in partenza, scrivevo che Di Carmine non solo non andava ceduto.

Ma – senza nulla togliere agli altri “senatori” – gli andava consegnata la fascia di capitano, per la dedizione, l’attaccamento alla maglia e l’amore per la città, più volte manifestati e dimostrati dall’attaccante.

Dedizione, attaccamento ed amore manifestati anche in un colloquio privato che avemmo a Dicembre, durante il periodo più nero della storia recente del Grifo.

Oltre al talento del ragazzo ed il grande impegno che ci sta mettendo, l’esplosione di quest’anno – certo – ha altre concause.

Sicuramente Breda che l’ha capito e lo sta impiegando in un modulo adatto alle sue caratteristiche.

La straordinaria intesa con il partner Cerri, il quale – non dimentichiamo – da parte sua ha segnato 13 gol, per uno score totale della nostra coppia d’attacco di 31 reti.

Un centrocampo che – finalmente – lo supporta, gli riesce a fornire palle giocabili e gli apre spazi.

Godiamocelo quindi.

Come ci godiamo la vittoria esterna, i preziosissimi 3 punti e l’aver espugnato – dopo sei mesi di imbattibilità – il “Cabassi”.

Ho trovato, invece, rilevanti le dichiarazioni sul Perugia del D.G. del Carpi, che – unico della società emiliana – si è presentato martedì sera nella conferenza stampa post partita.

Scala – negando la presenza di altri tesserati – si è presentato da solo per protesta stigmatizzando i fischi ingenerosi tributati da parte del pubblico di casa alla squadra.

Tutto il mondo è paese.

Avendo giustamente definito “ingiusti” ed “ingenerosi” i fischi al Carpi – già matematicamente salvo ed a soli 3 punti dalla zona play off – acquista ancora più forza la tesi del sottoscritto della scorsa settimana.

Il Grifo quinto in classifica, in pena zona play off ed a soli 5 punti dalla promozione diretta, si merita più sostegno da parte dei perugini: più tifo e meno fischi.

Ma al di là delle contestazioni al Carpi, le dichiarazioni del dirigente emiliano ci hanno chiarito la percezione che hanno del Perugia i nostri avversari.

Egli, infatti – giustificando la sconfitta e sostenendo che il Carpi ha fatto il possibile – ha definito il Grifo una corazzata, una delle candidate più autorevoli alla promozione, una squadra che dopo le prime partite tutti erano sicuri che avrebbe “ucciso” il campionato.

Sostenendo, quindi, che perdere con una squadra del genere non è disonorevole.

Se ciò – da una parte – ci fa “sanguinare” di nuovo le ferite appena rimarginate di tutti i punti dissennatamente lasciati per strada ad ottobre-novembre 2017.

Dall’altra ci deve inorgoglire per quello che i ragazzi stanno ora facendo – riconosciuto anche dai nostri avversari – e far avere ancor più attenzione e concentrazione, perché ormai tutti ci stanno aspettando.

Conoscono la nostra forza e non ci concederanno nulla.

Per il resto recriminare è inutile, il passato è passato: dimentichiamolo e guardiamo al futuro!

E nel futuro prossimo – domenica pomeriggio – c’è la partita più importante e difficile della stagione.

Una partita che bisogna giocare bene e vincere, a prescindere dalla classifica e dai 3 punti.

Da vincere anche se il Grifo fosse fuori da tutti gli obiettivi stagionali.

Troveremo un’Unicusano che – come noi – vuole vincerla, ma per cui i 3 punti significano un ulteriore passo verso la salvezza.

Un’Unicusano in crescita che sembra aver superato la crisi ed ha riiniziato a fare punti, con ottime prestazioni ed un Montalto in grande spolvero.

Se non fosse la partita che è con gli attuali valori in campo non vi sarebbe storia ed il Perugia avrebbe già in tasca la vittoria.

Ma è la partita che è: nulla è scontato e nulla va lasciato al caso.

Va affrontata con attenzione, concentrazione e determinazione.

Serve ancor di più orgoglio per i colori, rabbia agonistica ed impegno.

Serve voglia di vincerla per un’intera città.

Perché noi siamo Perugia.

Domenica, quindi, vogliamo in campo 11 leoni con il “sangue agli occhi”.

E vorrei un Curi al gran completo che spinge i nostri Grifoni.

Forza Grifo.

Avv. Gian Luca Laurenzi