Grifo: un pari che chiude i giochi per il preliminare

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Solo un miracolo può portare il Perugia all'ottavo posto. Conferma di Alvini? Lasciate il beneficio del dubbio

Solo un miracolo può portare il Perugia all’ottavo posto. Conferma di Alvini? Lasciateci il beneficio del dubbio 

 

Il pareggio per uno a uno col Pisa, il sedicesimo stagionale, con i pareggi equamente divisi tra casa e trasferta, chiude molto probabilmente i giochi per l’accesso del Grifo al preliminare, alla luce dei ben cinque punti che separano la squadra di mister Alvini dal Frosinone, ottavo. Non è certamente la stessa situazione della stagione scorsa, descritta erroneamente nel dopo gara da Rosi, che ha parlato di sette punti rimontati a quattro giornate dalla fine.

La verità è che la squadra di mister Caserta, che a cinque giornate dalla fine era in ritardo di sei punti dal Padova, dopo la gara successiva, quindi a quattro dal termine, aveva già dimezzato lo svantaggio portandosi a soli tre lunghezze dai rivali, per poi andare a vincere il campionato.

E poi, se permettete, l’anno scorso c’era un vincente in panchina come Caserta, non un “pareggiante” come Alvini che, dopo il pari col Pisa, è sempre più l’allenatore dalla peggiore media punti della storia del Perugia in Serie B nelle gare casalinghe, con soli venti punti conquistati sui cinquantuno in palio.

Ciò premesso, il pareggio di ieri è completamente diverso da molti altri sul piano del gioco perchè il Perugia ha disputato una buona partita, pensando di più a pungere che a distruggere il gioco avversario, creando diverse palle gol, puntualmente sciupate, in particolare da De Luca e Lisi, subendo il gol pisano nel suo momento migliore, complice un errore di Curado. Per la verità anche il pari di Rosi è arrivato nel momento migliore del Pisa, che aveva poco prima incredibilmente fallito con Puscas il gol del raddoppio ma, ai punti, il Grifo avrebbe sicuramente meritato di più.

Non è ieri, quindi, che Dell’Orco e compagni hanno perso, salvo miracoli, l’autobus del preliminare ma, piuttosto, devono recriminare sui troppi pareggi e le cinque sconfitte casalinghe rimediate, giocando male, salvo rare eccezioni, su un girone di ritorno inferiore, anche se di poco, in termini di punti, uno, a quello dell’andata, e al pessimo trend delle ultime nove gare, con solo nove punti conquistati, ad una media, quasi da playout, di un punto a partita.

Sulla buona prova dei grifoni ha probabilmente influito anche la firma, arrivata sabato, del contratto che lega Alvini al Perugia per altre due stagioni.

Era nell’aria, anche se a noi, lo diciamo con la solita schiettezza che ci contraddistingue, la cosa non ci entusiasma. E’ vero che Alvini ha centrato con largo anticipo l’obiettivo primario, quello della salvezza, fissato troppo precauzionalmente dalla società ma, a nostro parere, questa squadra, allestita abbastanza bene nell’ultimo giorno di mercato e rinforzata a Gennaio non ha niente a che vedere con la salvezza e, come da noi sempre detto e scritto, valeva almeno il nono, decimo posto.

E la posizione che occupa attualmente nonostante un percorso accidentato, diametralmente opposto tra casa e trasferta, è pressoché quella, segno che Alvini non ha, come si dice, né tolto, né  messo.

Posizione tra l’altro da difendere con le unghie e con i denti, in questo finale di torneo, dall’assalto delle famelici inseguitrici, in primis la Ternana, a due punti e con il derby da giocare in casa alla penultima, dal Cittadella, ad una sola lunghezza dal Grifo e dal risorto Parma, intenzionato a vincerle tutte o quasi, gara del “Curi” compresa, per provare ad arpionare in extremis il preliminare.

Alvini è un tecnico aziendalista, quello che vuole la società,  piace alla tifoseria per il suo modo particolare di caricare la squadra a cominciare dagli allenamenti dove mette il massimo impegno e queste due prerogative hanno certamente pagato, ma l’anno prossimo, quando Santopadre non potrà parlare nuovamente di salvezza,  Alvini, che la salvezza l’ha garantita ed è in grado di garantirla di nuovo, sarà all’altezza, invece, di puntare ad un campionato da prime posizioni, almeno da preliminare col vantaggio, il quinto o sesto posto? Personalmente  nutriamo qualche perplessità.

A nostro parere, già quest’anno, con questo organico, pur privo di un vero bomber (quando lo scrivemmo in estate che De Luca non dava garanzie in questo senso venimmo pesantemente criticati), poteva arrivare ottavo e a quel punto, con il preliminare in tasca, la riconferma del tecnico sarebbe stata scontata

Ci pare un po’ rischioso, invece, puntare sulla famosa continuità del progetto proprio con Alvini dopo che non era avvenuto con Camplone, in B solo per una stagione, con Bucchi, Breda e Nesta, tutti andati al preliminare come Camplone o anche più avanti (Bucchi), con il più negativo, Bisoli, arrivato decimo, in linea o quasi con la posizione attuale del tecnico di Fucecchio.

E la dimostrazione della bontà dell’organico a disposizione di Alvini è in questa tabella dove sottolineiamo il curriculum dei giocatori in rosa prima di questa stagione, che non ha niente a vedere con la salvezza.  

Alvini ha firmato, viva Alvini, ma lasciateci avere le nostre legittime perplessità.

Chichizola: 126 partite in B con lo Spezia in tre anni, tutti e tre ai playoff, uno scudetto col River Plate e 5 partite in Europa League col Getafe.

Angella: 50 partite in A con l’Udinese, playoff di B con l’Empoli, promozione in Premier League col Watford, 21 partite nella Juppiter League, la Serie A belga.

Dell’Orco: 54 partite in A con Empoli, Lecce e Spezia, 28 partite e playoff di B raggiunti col Novara.

Curado: 27 partite e Serie B vinta a Crotone.

Falzerano: Premiato come miglior centrocampista della B col Venezia con il quale raggiunge i playoff di B.

Segre: 9 presenze in A col Torino, 66 partite in B tra Venezia e Chievo con i playoff raggiunti con la squadra veronese.

Burrai: Playoff di B conquistati con Cremonese  e Pordenone.

Matos: 60 presenze in A tra Verona, Carpi e Udinese, 28 presenze e Serie B vinta con l’Empoli, 24 partite e playoff di B vinti col Verona.

Beghetto: 27 partite in A col Frosinone, un centinaio di partite in B con Frosinone, Spal e Pisa, playoff vinti col Frosinone, playoff nuovamente raggiunti col Frosinone.

Rosi: oltre 200 partite tra A e B.

De Luca: preliminari conquistati col Chievo.      

D’Urso: Un preliminare e una finale playoff conquistati col Cittadella.

Murgia: Una Supercoppa Italiana vinta con la Lazio con cui gioca 31 gare in Serie A.

Olivieri: Un campionato di B vinto con l’Empoli.

Kouan e Sgarbi: preliminari di B raggiunti col Perugia.

Giovani promettenti come Ghion, Santoro e Ferrarini o giocatori esperti di Serie B come Lisi e Carretta.

Altri giocatori:  Zanandrea, Gyabuaa, Fulignati e Zaccagno

Danilo Tedeschini