“Il Peccato Originale” riemerge inesorabile

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L’undicesimo pareggio casalingo, unito ai risultati pieni di Frosinone e Verona, lascia l’amaro in bocca, in quanto – ad oggi – il Frosinone andrebbe in A direttamente con Spal e Verona essendoci 10 punti tra i ciociari ed il Grifo.

E l’amaro è paradossalmente ancora più amaro, perché non si può recriminare nulla alla squadra ed a Bucchi: i ragazzi stanno onorando la maglia, impegnandosi al massimo delle loro possibilità e, comunque vada, vanno ringraziati.

Ma è in questi momenti che il “peccato originale” di questa squadra emerge inesorabile: non abbiamo un attaccante “di peso”, il quale – per usare le parole di Mister Bucchi in conferenza stampa – sia in grado di scardinare le difese chiuse.

Nonostante, infatti, le perplessità che tutti noi manifestiamo dall’inizio del torneo, nonostante tutti i punti persi nel girone d’andata – punti che ora avrebbero fatto molto comodo al Perugia ed alle sue dirette inseguitrici – nel mercato di Gennaio, pur innestando giocatori importanti (tra tutti Mustacchio e Gnahorè), non è stato acquistato quell’attaccante “di peso” che ci avrebbe permesso di essere più pericolosi e riportare qualche punto in più, soprattutto al Curi.

É inutile creare gioco se non c’è qualcuno che lo finalizza…e ciò finché nel calcio si vince con i gol.

E ciò non vuol essere in alcun modo una critica ai vari Di Carmine, Forte e Nicastro, i quali hanno fatto in pieno la loro parte, ma che non hanno le caratteristiche necessarie al Perugia in alcune situazioni difficili.

Né è stata data una seria possibilità all’attaccante che avevamo in casa: quel Rolando Bianchi, il quale – quando ha potuto – ha dimostrato di avere ancora frecce al proprio arco.

Al di là di generiche quanto inappaganti motivazioni (“le risorse sono limitate”), fino ad oggi la Società non ci ha mai spiegato concretamente perché si sia fatta quest’estate e si sia mantenuta a Gennaio questa scelta che ha penalizzato l’attacco del Grifo e che potrebbe rendere vana, sotto il profilo del risultato sportivo, (ma non tutto è ancora perduto) una stagione in ogni caso molto bella.

Basta pensare che con un attacco diverso, non solo avremmo potuto capitalizzare qualcuno degli 11 pareggi interni, ma anche alcune immeritate sconfitte casalinghe (su tutte Bari e Carpi), avrebbero potuto essere evitate: se di queste partite interne ne avessimo vinte – non dico tanto – ma solo il 50%, avremmo avuto 12 punti in più e saremmo stati a pari merito con la capolista Spal.

É chiaro, quindi, che venerdì scorso con la carenza endemica in attacco ed una rosa quantomai in emergenza tra squalifiche ed infortuni, il punto riportato con lo Spezia sia il meglio che poteva fare la raffazzonata formazione in campo.

Ed il fatto che il migliore del Grifo sia stato Brignoli, unito al palo colpito dallo Spezia, la dice lunga sull’andamento della gara.

Che poi vi siano stati – sia al Curi venerdì, sia negli altri campi sabato – arbitraggi quantomeno dubbi, non ci può far sottrarre dalle nostre responsabilità: il rigore su Di Carmine era macroscopico ed è stato uno scandalo che non sia stato dato.

In ogni caso la matematica ancora non ci condanna ed abbiamo 6 punti disponibili da riportare, sperando in un passo falso del Verona e, soprattutto, del Frosinone.

In questa situazione ed all’indomani del pareggio con lo Spezia appaiono quantomai grottesche le polemiche di sabato sull’utilizzo del pulmann del Grifo per alcuni tifosi juventini che si recavano a Torino per assistere al derby della Mole.

Purtroppo anche stavolta – come in altri casi – v’è un “balletto di detto-non-detto” e non ci è stato comunicato come sono andate realmente le cose.

Il Presidente Santopadre ed il proprietario Bevilacqua, infatti, hanno immediatamente raccolto le proteste dei tifosi e con un comunicato “alla vaselina” il primo ha stigmatizzato l’accaduto e promesso che la squadra non utilizzerà più quel pulmann, mentre il secondo si è scusato con i tifosi.

Ma nessuno ci ha detto come ciò sia potuto accadere.

Nessuno, infatti, ci ha detto quali siano gli accordi tra il Perugia Calcio e la società di trasporti Bevilacqua, in relazione all’utilizzo del pullman e se tale società sia stata inadempiente, ovvero se ella avesse il diritto – quando il pullman non è utilizzato dal Grifo – di farne l’uso che ritiene più opportuno, essendone proprietaria.

Il Perugia, infatti, è proprietario del Marchio (denominazione “A.C. Perugia”, Grifo, colori, inno ecc.) e se concede l’utilizzo ad un terzo (Bevilacqua) di tale Marchio per apporlo sul pullman ufficiale della squadra (ci ricordiamo il battage pubblicitario, quando il trasportatore acquistò il mezzo?) è opportuno che l’uso di tale Marchio sia disciplinato da un contratto che preveda, oltre ad una contropartita economica (che potrebbe essere anche un cd. “scambio-merci” od una sponsorizzazione), anche i termini secondo i quali possa utilizzare il Marchio e – soprattutto – evitarne ogni abuso e/o depauperamento di valore.

A mio personalissimo parere, infatti, un pullman con sopra il Marchio, deve essere utilizzato solo e soltanto dal Perugia Calcio e non può essere utilizzato nemmeno per una gita di anziani a Loreto o di scuole a Venezia, tantomeno per dei tifosi di un’altra squadra: che sia la Juventus o ad es. il Villabiagio (con tutta la simpatia e la stima per gli amici di S. Biagio, neo-promossi).

Ma non ci è stato detto se esiste questo contratto e cosa esso preveda.

Non ci è stato detto – nel caso che questo fantomatico contratto preveda termini di utilizzo del Marchio – se il fatto di sabato sia un abuso (inadempimento) del trasportatore, ovvero sia stato fatto con l’autorizzazione della società.

In buona sostanza, se le cose sono state fatte come devono essere fatte, appare bizzarro che un evidente abuso del Marchio del Perugia Calcio sia stato liquidato con comunicati “alla vaselina” e che il Presidente Santopadre, il quale ha minacciato azioni legali per questioni ben più risibili, non decida di agire contro Bevilacqua per l’abuso del Marchio della società, abuso che ha provocato una grave, quanto evidente caduta d’immagine per la società, non solo davanti ai suoi tifosi, ma davanti a tutta l’Italia.

Non oso pensare cosa abbiano pensato a Torino quando hanno visto arrivare il pulmann del Perugia Calcio con all’interno tifosi della Juve…

Forse se il Presidente “ha deciso” di non agire è perché non “può” agire…

Ma suppongo che – come al solito, al di là di sterili proclami – non sapremo mai come sono andate veramente le cose.

Di tutte le cose che poteva dire il Presidente Santopadre sull’argomento, ha detto “I Perugini devono amare la loro squadra”: ma – con tutto il rispetto e la gratitudine per il Presidente – deve essere un romano a dire a noi, “poveri” perugini, che abbiamo mille anni di storia in più di Roma, che abbiamo fatto 13 stagioni in serie A, che abbiamo visto Campioni del Mondo vestire la maglia biancorossa, che abbiamo “solo” giocato le Coppe e vinto l’Intertoto, che dobbiamo amare il Grifo?!?

Caro Presidente, noi amiamo il Grifo ed abbiamo grande riconoscenza e rispetto nei Suoi confronti, ma per quello che è successo sabato le responsabilità sono esclusivamente della Società o del trasportatore e non di noi perugini!

Al di là di ciò, pensiamo al Perugia e continuiamo a crederci!

Forza Grifo!

Avv. Gian Luca Laurenzi