Perugia, la soluzione può essere la continuità?

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L’imperativo del tecnico Bucchi rimane tutt’ora quello di non snaturare l’impostazione tattica dell’undici iniziale: scelta indubbiamente giusta se l’obbiettivo è quello di dare alla squadra una sua precisa “identità” avendo a disposizione una rosa dall’età media sicuramente bassa e in gran parte rivoluzionata rispetto allo scorso anno se non si esclude la difesa. Tuttavia il calcio non può essere solamente una questione di numeri: potrebbe non bastare continuare a mantenere lo stesso modulo ad oltranza (nella fattispecie il 4-3-3) se poi i maggiori interpreti vengono ruotati costantemente sia per motivi di indisponibilità che per scelte tecniche. Nello specifico, il massiccio turn-over adoperato da Bucchi nell’ultima uscita di Chiavari potrebbe aver alterato un equilibrio già non troppo stabile; va comunque detto che il mister, dalla parte sua, ha sicuramente valide ragioni. Nella conferenza stampa pre-Entella queste sono state le motivazioni del tecnico per quanto riguarda gli inserimenti dal primo minuto di Di Chiara, Monaco, Acampora, Ricci e Nicastro rispetto all’undici iniziale che ha affrontato la Ternana:

“Non mi piace parlare di turn-over, ma di grande occasione per alcuni dei miei uomini. Diciamo sempre che abbiamo tanti giocatori di valore e che devono sentirsi tutti titolari, ma se poi alcuni di loro non giocano mai siamo bravi a predicare e meno a razzolare.”

Lungi da me addossare le colpe dell’ultima sconfitta unicamente a Bucchi (se Guberti sull’1-1 avesse sfruttato la clamorosa occasione capitatagli tra i piedi forse staremmo a parlare di altro), è anche vero che l’introduzione di ben cinque nuovi elementi rispetto alla sfida con la Ternana, con le eccellenti esclusioni di Dezi, Brighi e Bianchi, potrebbe non aver fruttato secondo quelli che erano i piani studiati dall’allenatore. Giusto che tutti i componenti della rosa abbiano le loro chance, ma introdurre contemporaneamente tante “seconde linee” nei meccanismi di gioco della squadra, potrebbe non essere stata la scelta più saggia: non a caso il Perugia, aldilà del gol incassato dopo cinque minuti, ha impiegato almeno 20 minuti per trovare le giuste misure per limitare l’Entella e salire in cattedra. Bucchi ha già dimostrato di saperci fare al timone di una squadra importante e blasonata come il Perugia in una categoria dove lui non può sicuramente vantare una gran esperienza in qualità di guida tecnica: i suoi ragazzi hanno mostrato di saper schiacciare l’avversario nella propria area di rigore e di saper produrre numerose azioni offensive mantenendo comunque un certo equilibrio tra i reparti. Già questo non era affatto semplice e scontato. Le attenuanti ci sono (vedi anche gli infortuni di Guberti e Drolè o le tante occasioni sciupate per errori individuali), ma per far bene in cadetteria ci vuole anche quella sana cattiveria agonistica che un gruppo acquista solo attraverso maggiore affiatamento tra le pedine che scendono in campo. Ragionando in questo senso, in questa difficile prima parte di campionato dal punto di vista dei risultati, potrebbe essere utile cercare di schierare nell’undici di partenza, almeno per quanto possibile, uno “zoccolo duro” composto dai giocatori che fin qui hanno avuto maggiore minutaggio e dimostrato più ampie garanzie. Verrà poi il tempo di tanti altri elementi più o meno giovani che il Perugia può annoverare in rosa.

Nicolò Brillo