Da Chiavari alla Pro: qual è il vero Perugia?

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Da Chiavari alla Pro: qual è il vero Perugia?. In poco più di un mese la squadra di Giunti è passata da vittorie roboanti a sconfitte molto pesanti

 

Il 26 Agosto il Perugia esordiva in campionato con una squillante vittoria, uno a cinque, sul terreno dell’Entella.

Ieri, a distanza di meno di un mese e mezzo da quel fantastico successo, per il Grifo si  è ripetuto il roboante risultato ma stavolta, purtroppo ai suoi danni.

Uno sconcertante uno a cinque a favore, oltretutto, di una volenterosa e ordinata, ma certamente modesta, Pro Vercelli.

Ultima in classifica fino ad otto giorni prima, capace di racimolare soltanto un misero punticino, corredato da una sola rete messa a segno, nelle tre precedenti trasferte.

E se la vittoria di Chiavari era stata preceduta dall’altrettanto sonora vittoria esterna per quattro a zero sul terreno di una squadra di A, anche se tuttora ultima a zero punti, il Benevento, e seguita da altri due successi a suon di gol, col Pescara e il Parma, intervallati dal buon pari di Cittadella, la clamorosa “debacle” di ieri è stata, invece, preceduta da altre due sconfitte, quelle di Palermo e di Brescia, intervallate dal successo casalingo sul Frosinone.

Balza subito agli occhi l’enorme differenza di rendimento tra le prime quattro gare di campionato nelle quali i grifoni hanno conquistato ben dieci punti, 2,50 a partita e le quattro successive nelle quali la formazione di Giunti ha racimolato soltanto tre punti, 0,75 a gara.

Quali le cause di questa notevolissima differenza di rendimento?

Non certo le assenze, anche se ieri quelle di Han e Cerri in avanti e, soprattutto, quella di Brighi a centrocampo, si sono fatte sentire, perchè anche nel primo periodo, quello d’oro, le assenze importanti come quelle di Falco, Del Prete, e in parte dello stesso Cerri, ci sono state.

A nostro parere è la condizione atletica della squadra, apparsa fin troppo scintillante da metà Agosto e a metà Settembre, decisamente in calo in queste ultime tre settimane, ad essere chiamata in causa.

Quella squadra aggressiva, che in campo volava nelle prime giornate, adesso appare lenta e prevedibile, con giocatori che arrivano sempre in ritardo sulle seconde palle, attaccando in modo confuso e lasciando varchi enormi alle ripartenze avversarie, anche di squadre ordinate ma non tecnicamente eccelse come il Brescia e la Pro Vercelli.

Un giocatore come Bianco, assolutamente trascinante nelle prime gare, si trascina lui, adesso, stancamente per il campo, emblema di questo negativo cambiamento del Perugia.

Se sia stata fatta una preparazione più leggera per poter avere una partenza forte per svariati motivi non lo possiamo sapere e possiamo soltanto ipotizzarlo ma è certo che la differenza di condizione atletica è palpabile.

Ma tornando prettamente alla gara di ieri c’è da sottolineare come nessun reparto si sia salvato, a cominciare dalla difesa, capace di prendere due gol a uomini schierati e due in ripartenza facendosi tagliare come il burro, evidenziando ancora una volta un Rosati  deficitario nelle uscite, assolutamente responsabile del primo gol della squadra di Grassadonia.

Ma se la difesa ha sofferto è anche colpa di un centrocampo che ha costruito male e filtrato peggio.

In avanti Di Carmine, poco servito, ha fatto poco, male assistito da un Mustacchio inguardabile.

Nell’economia della gara ha sicuramente pesato l’espulsione di Pajac, avvenuta comunque quando il Perugia era già sotto di un gol, con i grifoni che erano poi riusciti, per altro, a pareggiare, anche se in maniera episodica, con il colpo di testa di Belmonte.

Ed è proprio lì che è avvenuto il crollo, con i piemontesi capaci di andare facilmente in gol due volte subito dopo il pari, prima di umiliare i grifoni con le altre due reti nel finale.

La “botta” è stata forte e speriamo che non lasci conseguenze.

Alle viste c’è una doppia trasferta, venerdì a Foggia e il sabato successivo a La Spezia che non lascia tranquilli, al di là del valore e della classifica degli avversari.

Quello di quest’anno si sta rivelando un campionato anomalo, dove per ora regna un equilibrio mai visto prima, con ben sedici squadre raccolte in soli quattro punti, per cui tutte le formazioni sono temibili.

A Foggia, poi,  troveremo di fronte un Fabio Mazzeo col dente avvelenato per  il trattamento ricevuto dalla società dopo che lui, terzo cannoniere assoluto della storia professionistica dei grifoni dopo Cornacchini e Ravanelli, era stato l’artefice principale della fantastica promozione in C1 dei grifoni con quattordici reti e tanti assist, memorabile quello di testa per Sprocati ad Ascoli.

Una ragione in più per scendere in campo allo “Zaccheria” concentrati e determinati, sperando di ritrovare in pochi giorni una condizione atletica migliore.

Danilo Tedeschini