Pagellone di fine anno: bene solo Cerri e Di Carmine

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Pagellone di fine anno: bene solo Cerri e Di Carmine. Diamanti non si integra nella nuova classe, la società in punizione dietro alla lavagna. Breda unico con la sufficienza tra i tecnici

Pagellone di fine anno: bene solo Cerri e Di Carmine. Diamanti non si integra nella nuova classe, la società in punizione dietro alla lavagna. Breda unico con la sufficienza tra i tecnici

 

Il pagellone di fine stagione. A cura di Nicolò Brillo

Se negli scrutini di metà anno avevamo definito la classe ‘Perugia’ come indisciplinata, registriamo che col ritorno la situazione è solo parzialmente migliorata. Tra scolari bocciati ed altri rimandati, si elevano in pochi. Samuel Di Carmine si dimostra ancora il primo della classe ma non il ‘cocco della maestra’, con il suo carattere genuino e spontaneo anche nelle dichiarazioni. Facendo la media aritmetica di tutti i giudizi, abbiamo un voto complessivo pari a 5,52. Di seguito il giudizio singolo giocatore per giocatore e tecnico per tecnico. Nota negativa per la società.

PORTIERI

LEALI 5: Arrivato nella finestra di gennaio dallo Zulte Waregem dove ricopriva il ruolo di terzo portiere (e già questo poteva far nascere qualche interrogativo). Esordisce contro il Cittadella ed incassa subito tre gol di cui uno su suo palese errore. Dimostra poi di essere un buon portiere tra i pali ma di avere lacune enormi sulle uscite alte. Grosse migliorie rispetto al trascorso con Rosati, non si sono viste. E dopo il preliminare col Venezia non si è di certo accattivato simpatie tra la tifoseria…

ROSATI 4,5: Di fatto già delegittimato nella precedente stagione con l’arrivo di Brignoli. Mette in luce difficoltà su difficoltà che, sommandosi, hanno compromesso anche l’aspetto psicologico del giocatore. A problematiche sulle uscite ritenute ‘fisiologiche’ visto il trascorso di Rosati al Grifo, si sono aggiunti altri numerosi svarioni che sono costati punti pesanti. Potremmo citare Cittadella, Foggia, Spezia fino ad arrivare al culmine toccato nel match interno contro il Bari. Con l’arrivo di Leali finisce fuori rosa. Bocciato.

NOCCHI 5,5: Chiamato a sostituire Rosati nelò girone d’andata nei momenti di maggiore difficoltà. Prova a fare quel che può, senza infamia e senza lode. Non ha colpe, per carità, ma nemmeno meriti. Per lui 6 presenze e 12 reti incassate. Rimane comunque un discreto gregario ed un buon professionista.

SANTOPADRE JR s.v.

DIFENSORI

VOLTA 5,5: Stagione così così per l’ex Samp. Naufraga nelle difficoltà generali di una difesa colabrodo capace di incassare ben 36 marcature solo nel girone d’andata. Meglio nel ritorno come centrale destro della retroguardia a tre. Due reti per lui contro Spezia e Novara.

MONACO 5: Tanta fisicità e grinta. Ma anche molta imprecisione negli alleggerimenti e nei passaggi e soprattutto troppe distrazioni nelle marcature e nelle coperture preventive. Poco aiutato da uno scarso filtro del centrocampo. Ma lui ha le sue colpe. A gennaio saluta tutti direzione Salerno. Fa quindi ritorno al Curi l’1 maggio dove si esibisce in una lotta greco-romana con Cerri dalla quale ne esce indenne senza cartellini di alcun colore. Bocciato.

BELMONTE 5: Prima utilizzato come terzino sinistro nell’attesa dell’ “apprendistato” di Pajac, poi smistato tra il centro della difesa e la corsia destra. In tutti questi cambiamenti vanno aggiunti numerosi acciacchi fisici che hanno contribuito alla flessione del suo rendimento rispetto alle passate stagioni. Con l’arrivo a gennaio di Dellafiore, Magnani e Gonzalez finisce in pianta stabile in panchina, salvo poi essere di nuovo chiamato in causa nel finale di stagione causa infortuni dei suoi compagni. E il Grifo, guarda caso, torna a balbettare e ad incassare gol a profusione. Ovviamente non è il caprio espiatorio di questa situazione, ma ha le sue grosse responsabilità, anche in qualità di ‘senatore’.

DOSSENA 5,5: Breda gli concede subito un’opportunità importante a Cremona al suo esordio in panchina. Gol e prestazione convincente che sembra lanciarlo come titolare. Poi anche per lui arrivano le difficoltà, parzialmente giustificabili vista l’età e la poca esperienza. Ci si sarebbe aspettato qualcosa in più, inutile negarlo, ma la difesa perugina non poteva certo prescindere da un classe ’98. A metà stagione saluta la famiglia biancorossa e si accasa al Siena dopo una ‘querelle’ innescata dalle parole del padre verso la società.

DELLAFIORE 6: Arrivato a parametro zero dopo mezza stagione senza squadra causa infortunio al ginocchio di maggio 2017. Torna in forma e guida bene la difesa con grande esperienza per alcune gare. Uomo spogliatoio e chioccia per i giovani. Ad aprile purtroppo nuovo infortunio all’altro ginocchio e stagione finita.

MAGNANI 6,5: Arrivato dal Siracusa grazie all’intermediazione della Juventus. Esordiente in cadetteria, costretto subito ad esordire a Parma. Quìi, nonostante un fallo da rigore, sofdera una buona prestazione e viene promosso titolare fisso. Grande fisico e buone doti tecniche. Molto forte nei colpi di testa. Nella parte finale di stagione accusa anche lui problemi muscolari che lo tengono out per alcune partite.

GONZALEZ 5: Gioca solo contro Cittadella e Bari, dove il Grifo incassa complessivamente 6 gol. Lontano dalla migliore condizione anche a causa di seri problemi ai denti che lo hanno senza dubbio limitato. Non riesce a contribuire alla causa.

DEL PRETE 5,5: Discontinuo ed altalenante. Ai soliti problemi di natura fisica che anche quest’anno si sono ripresentati in maniera cronica, va aggiunto un mese di assenza per delle cure non meglio specificate nella città di Barcellona. Poi nel ritorno viene schierato come perno centrale della difesa a tre. Riesce a trovare un minimo di equilibrio interiore e sfodera buone prestazioni grazie anche alle sue qualità di piede. Nel finale di stagione cala e torna ad accusare problemi fisici.

ZANON 4,5: Partenza da giocatore di spessore e di grande esperienza in grado di mettere una pezza alle ‘croniche’ assenze di Lorenzo Del Prete. Dal match di Brescia in poi, come gran parte della squadra, si trasforma in ‘brutto anatroccolo’ e si rende protagonista di un’involuzione drammatica sia sul piano difensivo che offensivo. Viene poi riproposto solo nell’ultima gara di Empoli dove denota ancora qualche svarione e poca lucidità. Poco propenso ad offendere sulla fascia di competenza.

PAJAC 6: La scommessa estiva di Roberto Goretti: utilizzarlo come terzino sinistro quando in realtà è un esterno alto. Risultato? Scommessa persa. Il croato denota ottime qualità di spinta e di offesa, coadiuvate da una buona capacità nei cross, ma difensivamente soffre oltremodo specie quando si trova a fronteggiare avversari di qualità. Nel 3-5-2, come esterno di centrocampo, si trova molto più a suo agio sfoderando buone partite condite da cross e sgaloppate. Dimostra di essere un buon elemento da cui ripartire, ma come al solito non è un giocatore di proprietà e tornerà al Cagliari.

GERMONI 5,5: Arrivato come rincalzo di Pajac sul versante sinsitro. Viene utilizzato col contagocce. Difficile giudicarlo: ha buona gamba, ma per fare la differenza in B servono altre pedine. Gregario.

CASALE s.v.

COCCOLO s.v.

DAN BERCI s.v.

NURA s.v.

ACHY s.v.

CENTROCAMPISTI

BIANCO 6: Riesce ad emergere grazie alla sua personalità e al suo carattere da gladiatore. Fondamentale nella striscia di successi ottenuti dal Grifo nel mese di febbraio e marzo. Tuttavia da lui ci si sarebbe aspettato un qualcosina in più. Sufficienza comunque meritata.

COLOMBATTO 5,5: Il ragazzo è sicuramente un talento cristallino, ma in cadetteria serve molta concretezza. Alterna buone prestazioni ad altre meno buone. Il piede c’è, ma alla fine il suo gol all’esordio con l’Entella rimane l’unico siglato nella sua esperienza in biancorosso. Come si suol dire, “deve ancora mangiare tante pagnotte”.

BRIGHI 5: Più volte relegato alla panchina, soffre molto avversari veloci e dinamici. Dà l’idea di essere un po’ arrivato al capolinea della sua straordinaria carriera. A gennaio sembra destinato a tornare vicino a casa con un ingaggio al Santarcangelo, poi all’improvviso si accasa all’Empoli dell’amico Andreazzoli, dove da comprimario guadagna una promozione in A.

BANDINELLI 7: Il migliore in assoluto della batteria di centrocampisti. Dinamico, in grado di far legna e garanitre qualità alla manovra. Il suo infortunio alla spalla, che gli ha fatto concludere la stagione anzitempo, ha penalizzato e non poco i biancorossi che, dopo la gara di Vercelli, hanno progressivamente perso un’identità difficilemnte e faticosamente acquistata.

KOUAN 6: Gettato nella mischia nella partita di ritorno con l’Entella. Va subito in gol e si ripete nel match successivo a Pescara. Sono solo due lampi, perchè il classe ’99, come tutti i ragazzi della sua età, non è un “Maradona de noaltri” e ha bisogno ancora di rodaggio e di farsi le ossa. Successivamente tanta panchina e solo qualche apparizione.

GUSTAFSON 5,5: Arrivato come totale sconosciuto a metà anno dal Torino. Lo svedese parte in sordine, poi si adatta come mezz’ala e mette in risalto discrete capacità di lettura e buone doti tecniche. Tuttavia, quando il rendimento della squadra cala e Bandienlli abbandona per infortunio, le sue prestazioni diventano quasi costantemente da 5 in pagella, fino ad arrivare all’imbarazzante ingresso in campo al “Penzo” di Venezia dove sbaglia tutto.

BUONAIUTO 6,5: Uomo della provvidenza. Ha la grande qualità di sapersi calare bene in partita a match in corso. Risolve almeno 5/6 situazioni spinose con i sui colpi. Peccato solo per la discontinuità. Si adatta in più posizioni in una stagione dove è stato utilizzato come trequartista, mezz’ala ed infine esterno di centrocampo.

EMMANUELLO s.v.

RANOCCHIA s.v.

ATTACCANTI

FALCO 5: La vera delusione del mercato estivo. Arrivato negli ultimi giorni di agosto come “ciliegina” a completare la batteria di trequartisti, causa infortuni ed una preparazione in parte saltata non riesce mai a trovare una condizione fisica accettabile. Tuttavia rimane prezioso il suo unico gol in maglia biancorossa a sbloccare nel recupero il match casalingo contro l’Ascoli. Per il resto solo tante ombre nelle sporadiche apparizioni. A gennaio decide che la sua avventura a Perugia può finire qui e saluta tutti. Ma emblematiche sono le parole di Di Carmine sul suo conto: “…troppo facile dare la colpa al mister o agli altri se si è giocato poco…”.

TERRANI 5,5: Ancora troppo immaturo. Alterna colpi ponderati e geniali a prove incolore. Va detto a sua parziale discolpa che è stato utilizzato poco ed in ruoli forse a lui non prorpio congeniali. La giovane età gioca comunque ancora a suo favore.

MUSTACCHIO 6: Dopo un anonimo girone d’andata dove non viene quasi mai utilizzato, si rimette in forma ed è bravo ad adattarsi come quinto di centrocampo dando anche una gran mano in fase di copertura alla difesa. Si sacrifica molto e percorre kilometri su e giù per la fascia. L’infortunio muscolare col Novara lo mette k.o..

HAN 6: Esordio in campionato a razzo con una fantastica tripletta da urlo in quel di Chiavari. Sembra il preludio per la nascita di una stella, cosa parzialmente confermata con le reti contro Pescara e Parma. Poi piano piano si spegne, complici anche gli avversari che sistematicamente lo raddoppiano. Breda gli dà il colpo di grazia, escludendolo gradualmente dai propri schemi e a gennaio il Cagliari, detentore del cartellino, decide di riportarlo alla base.

DIAMANTI 5: Era davvero necessario il suo ingaggio nel mese di febbraio? Onestamente i vantaggi che il Grifo ha tratto dalle sue doti tecniche e dal suo bagaglio d’esperienza sono stati davvero pochi. Toppa le partite decisive senza riuscire a fare la differenza. E l’impressione è che all’interno di uno spogliatoio che ha faticosamente riacquistato serenità con Breda, la sua presenza, per quella che è stata la sua carriera e per quello che è il suo carisma, sia stata un po’ ingombrante.

CERRI 7,5: A Perugia rinasce dopo alcune stagioni fallimentari. Trova la sua dimensione come spalla  di Di Carmine ed assist-man in un’ideale posizione di seconda punta/trequartista. I 15 gol finali sono un bottino niente male per un attaccante che fino ad ora, in una singola annata, per tanti motivi non aveva mai raggiunto nemmeno le 5 marcature.

DI CARMINE 9: L’unico a meritare un voto fortemente positivo, miglior Grifone per distacco. 22 gol in una stagione e tanti record personali ottenuti, parlano da soli. Colpi e numeri da attaccante di razza, bravo anche a dare una mano a tutta la squadra nella difesa dei palloni e nelle marcature durante la fase di non possesso. Con Cerri ha formato una coppia affiatata e ben assortita come da tempo il Perugia non aveva. Ora tutti temono la sua cessione nel mercato estivo. Staremo a vedere le sue valutazioni e quelle della società.

FRICK s.v.

CHOE s.v.

TRAORE’ s.v.

TECNICI

GIUNTI 5: Onestamente a nostro avviso non ha grandi colpe. L’impostazione iniziale con il 4-3-1-2 non era male, ma le difficoltà che si sono sommate dopo la sconfitta di Brescia lo hanno travolto. La media punti di 1,18 a partita non può di certo essere considerata il ‘massimo’. Paga per tutto il gruppo dopo l’ottobre nero. Probabilmente ancora troppo inesperto per guidare un gruppo di serie B sotto il profilo della gestione.

BREDA 6: Senza dubbio un allenatore non spregiudicato e che non fa del gioco propositivo il suo cavallo di battaglia. Ma quando era arrivato a Perugia gli si era chiesta la salvezza in un momento delicato e complicato per tutti. In costante rischio esonero da parte di una società che alza continuamente l’asticella e non garantisce serenità nel lavoro quotidiano, conduce i suoi all’ottava posizione e guadagna un posto nei play-off. Poi l’esonero ad una giornata dal termine, ingiusto per le modalità e forse anche per le motivazioni. Il problema principale del Perugia non era di sicuro il ‘normalizzatore’ Breda. Chapeau per la grande persona che ha dimostrato di essere. Mai una parola fuori posto, propositivo di fronte alle critiche e sempre sereno nelle analisi anche dopo sconfitte dolorose. Rimangono per lui alcune macchie, come il derby perso in casa in rimonta dal 2-0.

NESTA 5,5: Se ha una colpa è quella di aver accettato l’incarico di tecnico. Così facendo ha sporcato la sua immagine di novello allenatore senza la reale possibilità di lavorare secondo le sue idee di calcio a causa dell’assenza di tempo e di alcune pedine fondamentali. Due partite, due sconfitte, senza mai sedersi sulla panchina del Curi. Ora sarà confermato o lasciato libero di fare altre esperienze?

SOCIETA’ 4,5: Confermiamo il voto del girone d’andata, nonostante una campagna di mercato invernale tutto sommato in parte buona. Tre allenatori in una stagione la dicono lunga sull’assenza di una seria programmazione di una società che invece continua a vivere alla giornata in balia degli eventi e delle sensazioni estemporanee. Carente dal punto di vista comunicativo già nelle passate stagioni, quest’anno ha saputo peggiorare rompendo definitivamente l’idillio con i gruppi del tifo organizzato e con buona parte del resto dei supporter, unici incolpevoli di una stagione tribolata. Addossare le responsabilità della debacle finale solo alla squadra, sarebbe riduttivo (anche se i giocatori hanno una buona dose di colpe e soprattutto sono in debito con la tifoseria). Santopadre ed il suo staff sono ora chiamati a scelte radicali in grado di riportare serenità in un ambiente triste e ancora arrabbiato, ma soprattutto dovranno chiarire definitivamente le reali potenzialità del sodalizio di Pian di Massiano. Senza programmazione, esigiamo quantomeno maggiore chiarezza e trasparenza.