Perugia: testa lucida e piedi ben piantati a terra

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Perugia: testa lucida e piedi ben piantati a terra. Importante vittoria per la squadra di Breda a Pescara. Il tecnico sta rispondendo alle critiche con i fatti. Tifosi encomiabili

 

OK, dato che già ci abbiamo battuto forte i denti, il primo che sento esaltarsi per la seconda vittoria consecutiva e ricominciare a guardare alla parte alta della classifica, lo sbatto dietro la lavagna in ginocchio sui ceci.

Chiaramente la “punizione” comprende anche il sottoscritto, che dopo la vittoria col Frosinone il 23 settembre, si sentiva già in A.

Forse, ma dico “forse”, tornerò a esaltarmi se e quando le vittorie avranno almeno eguagliato le sconfitte.

Ma soprattutto, se e quando l’A.C. Perugia ne avrà vinte cinque di fila, facendosi perdonare la vergogna dell’ottobre nero.

Per ora c’è grande soddisfazione per i tre punti di venerdì sera (siamo a -25 sul mio personale tabellino/salvezza).

Grande soddisfazione per averli conquistati a Pescara, in faccia al “profeta” boemo ed al pubblico abruzzese, con uno score complessivo di 6 gol rifilati al Pescara in questo campionato.

Grande soddisfazione per il gioco espresso, per la solidità della squadra e soprattutto per aver ritrovato – anche grazie all’inserimento di Dellafiore – la difesa.

Grande soddisfazione per la prestazione – impreziosita dalla marcatura – di Kouan, che sta confermando il ragazzo, come una delle più belle sorprese di questo girone di ritorno.

Grande soddisfazione per il 13mo gol di Di Carmine.

Breda – sotto il profilo tecnico – continua a non esaltarmi, ma sta rispondendo al sottoscritto ed a tutti coloro che hanno manifestato riserve su di lui nell’unica maniera concludente e definitiva: il campo.

Ed i responsi del campo chiudono sempre il becco a chiunque.

La settimana scorsa avevamo definito il nuovo modulo difensivo a 3 “rivedibile”, dato che l’Entella non ci era parsa così irresistibile e già contro il prolifico attacco abruzzese, il primo esame è stato brillantemente superato.

Ora – al di là di sabato prossimo con il Cittadella – la nostra difesa avrà ben due esami quantomai duri: Parma nella città ducale e Palermo in casa.

E sicuramente avremo ben più elementi concreti su cui discutere.

Tenendo conto che la nostra porta sarà difesa da Leali, essendosi finalmente risolta la “telenovela” del suo trasferimento.

Ciò non significa che non si debba rendere merito al buon Nocchi, il quale – da ottimo professionista qual è – si è fatto trovare pronto.

Ma in ogni caso il nostro motto dovrà sempre essere “testa lucida e piedi ben piantati a terra”.

Come sto dicendo ormai da mesi, arriviamo alla salvezza matematica e poi potremo sognare tutto ciò che vogliamo.

Sicuramente la difesa a 3, “protetta” da 5 centrocampisti ha dato alla squadra quella stabilità che la difesa a 4 – soprattutto senza 4 difensori di ruolo – non aveva.

E la presenza di 3 difensori esperti, capitanati da Dellafiore che ha numerose presenze nella massima serie ha dato sicurezza a tutto il reparto.

Mi rimangono grandi perplessità per l’attacco a 2, dato che per la prima volta da anni a questa parte, abbiamo ben 3 ottimi attaccanti e tenerne uno in panchina appare uno spreco intollerabile.

Ma finché il modulo funziona, sia in fase difensiva, sia in fase offensiva, la squadra appare ben disposta – “quadrata” – in campo, l’attacco segna e permette di riportare il risultato pieno, va benissimo.

E, soprattutto, finché si deve giocare in 11 e non si può giocare in 12, con il 3-5-2 un attaccante dei 3 dovrà rimanere fuori…

Battute a parte, vorrei soffermarmi un attimo su Di Carmine.

Spero innanzitutto che fino alla conclusione del mercato invernale non vi siano partenze nel nostro attacco.

Che la Società rimanga sorda al canto delle sirene palermitane per l’attaccante toscano ed a quelle torinesi/cagliaritane per Cerri.

Ma soprattutto voglio sottolineare che l’indubbio attaccamento di Di Carmine alla città ed al Grifo, possa indurre lo spogliatoio a consegnargli la fascia di capitano.

Dopo la “misteriosa” partenza di Comotto, infatti, abbiamo quantomai bisogno di bandiere.

E Di Carmine per la sua serietà e professionalità, per il suo amore per la città, per il suo attaccamento ai colori, si è meritato di essere la nostra bandiera.

Probabilmente lui, insieme ad altri “senatori” (Volta e Belmonte su tutti) potrebbero contribuire a riavvicinare la squadra ai tifosi.

Anche perché la miserrima vicenda di Brighi – vicenda che non voglio nemmeno commentare per il senso di nausea che mi provoca – ci fa capire che il Perugia ha quantomai bisogno di figure positive di riferimento.

E Di Carmine è indubbiamente una figura quantomai positiva e di riferimento, come Uomo e come calciatore.

Vedremo.

Come sempre voglio concludere con un’annotazione sulla nostra tifoseria.

Mi piacerebbe sapere – in tutto il panorama calcistico professionistico italiano – quante tifoserie, nonostante il disastroso girone di andata, sarebbero rimaste ostinatamente a fianco della squadra.

Quante tifoserie sarebbero ostinatamente continuate ad andare numerose in trasferta, “sciroppandosi” chilometri su chilometri solo per sostenere la squadra, nonostante le prove di scarso attaccamento ai colori di alcuni giocatori.

Quante tifoserie avrebbero ostinatamente continuato a tifare, cantare e sostenere la propria squadra nell’ennesima brutta sconfitta, dimostrando il proprio disappunto, soltanto dopo il fischio finale.

Penso molto poche.

 “Ostinatamente A.C. Perugia” non è solo uno striscione, ma una vera filosofia di vita.

E i nostri tifosi ci danno conto dello spessore di noi perugini e dell’orgoglio che dobbiamo avere nell’essere figli di questa meravigliosa città.

Buon S. “Gostanzo” a tutti e forza Grifo!

Avv. Gian Luca Laurenzi