Solo cure palliative: il Perugia resta malato

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Solo cure palliative: il Perugia resta malato. La gestione Breda continua a non convincere, così come quella della dirigenza

 

Milioni di italiani sono stati colpiti negli ultimi mesi dall’influenza, malattia non grave ma fastidiosa, che va curata bene altrimenti si rischiano pericolose ricadute che possono portare a sgradevoli complicazioni.

E il Perugia non ha fatto eccezione, ammalandosi precocemente nel mese di Ottobre.

A quel tempo Santopadre intervenne in modo drastico cambiando il medico curante, esonerando Giunti, ma chiamando al capezzale del malato un nuovo medico, Breda, che poco convinceva le tantissime persone affezionate al Perugia che si sarebbero aspettate, invece, l’arrivo di un medico del posto, esperto e stimato, Cosmi, che in un passato ormai lontano aveva curato quasi alla perfezione il paziente Perugia.

Il nuovo medico Breda ha curato l’ammalato in modo blando e confuso, abbassando solo parzialmente l’alta temperatura del paziente che si è trascinata per oltre un mese un’insidiosa febbricola, riesplosa nel mese di Dicembre in una pericolosa ricaduta con i soli due punti conquistati a fatica nelle ultime quattro gare di campionato.

Fortunatamente erano alle porte la lunga sosta di campionato e il mercato di riparazione, il periodo migliore per porre rimedio alla malattia cambiando nuovamente medico, anche se il dottor Cosmi non era più disponibile essendo corso, nel frattempo, al capezzale di un malato gravissimo, in condizioni disperate, l’Ascoli ultimo in classifica, che sotto la sua cura, sta cominciando a dare qualche concreto segnale di miglioramento. Il nuovo medico avrebbe poi avuto tre settimane di tempo per poter curare al meglio il Grifo malato, magari agevolato dalle nuove medicine in arrivo.

Purtroppo invece Santopadre ha preferito perseverare nell’errore confermando Breda e, alla ripresa, dopo un illusorio miglioramento con le vittorie contro l’Entella e il Pescara, squadre contro le quali, ricordiamo, il Perugia ha totalizzato il 40% del suo non certo pingue bottino di punti, è arrivata la seconda pericolosa ricaduta, con la pesante e meritata sconfitta casalinga di ieri con l’organizzatissimo Cittadella di Mister Venturato, uno che di calcio ne capisce e si vede.

E ora, con colpevole ritardo, a mercato chiuso, si parla di imminente esonero di Breda, con Stellone favorito per la sostituzione. Breda, certamente,  non ha mai convinto e ieri è sembrato essere in totale confusione anche nella gestione dei cambi, ma le sue evidentissime colpe non debbono distogliere l’attenzione da quelle della società, le ultime quelle nel mercato appena finito.

Un mercato, da molti frettolosamente strombazzato come buono, che invece riteniamo meritevole al massimo di uno stiracchiato sei meno, meno, visto, ad esempio, che le nostre perplessità sul portiere, documentate dai tanti errori di Leali, non papere, quelle possono capitare anche a Buffon, nelle ultime due stagioni, le avevamo a lungo espresse. A Leali avremmo preferito, lo scrivemmo ai primi di Dicembre, Gabriel, già decisivo ad Empoli all’esordio, al contrario dell’ex portiere del Waregem, che ha bagnato il suo debutto perugino con l’evidente errore sul terzo gol che ha chiuso la gara.

Che Gonzales, poi,  difensore roccioso, fosse anche molto falloso lo si sapeva e ieri ha avuto la brillante idea di rimediare un rosso diretto per un fallo evitabilissimo e inutile a centrocampo a pochi secondi dalla fine, a risultato acquisito, ben sapendo che i compagni di reparto erano già tutti fuori, per infortuni, Della Fiore e Volta e per un’altra evitabile espulsione Belmonte. Il sostituto di Brighi, subito decisivo ad Empoli, il carneade Gustafson, impiegato col contagocce finora, non sembra essere, almeno dal curriculum, all’altezza del suo predecessore, mentre Germoni, il primo ad arrivare, sta ammuffendo in panchina perchè col tre-cinque-due è giustamente chiuso da Pajac.

Ma ciò che, a nostro parere, ha reso il mercato invernale del Perugia non sufficiente è stata, non tanto la partenza di Han, quanto la sua mancata sostituzione, che ha lasciato il reparto offensivo con sole due punte di ruolo perchè né Mustacchio, né Buonaiuto, né Terrani lo sono. Una mutilazione dell’unico reparto che funzionava che ha in parte vanificato l’agognata conferma di Di Carmine. Sui giovanissimi Nura, fatto entrare ed uscire ieri da Breda nel giro di mezzora e Magnani, ci riserviamo il commento quando saranno impiegati. Positivo l’arrivo di Dellafiore, che ha comandato benissimo la difesa con l’Entella e a Pescara, messo però fuori uso ieri da un infortunio muscolare nel riscaldamento che, purtroppo, può capitare ad un giocatore reduce da un lungo stop dopo un intervento al crociato (è successo ad inizio stagione anche a Nura alla Roma, stiramento al bicipite femorale al rientro dopo il crociato dell’anno prima).

Forse sarebbe stato meglio pescare in altri mari perchè, come insegna il proverbio, chi va per questi mari questi pesci prende.

Danilo Tedeschini