Tragedia, farsa o Teatro dell’Assurdo?

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La triade
 

Non so se quello che è successo ieri sera e stamattina nel Perugia Calcio sia da accostare ad una tragedia, chiaramente sportiva, trasformatasi in farsa o più ad un opera del Teatro dell’Assurdo di Jonescu. Contro il Trapani è andata in scena forse la più brutta prestazione di questa tribolata stagione nella quale le figuracce l’hanno fatta da padrone. Ancora una volta una squadra spenta, ferma sulle gambe e senza idee ha ruminato calcio per oltre un’ora senza riuscire mai ad impensierire l’avversario che aveva di fronte, un Trapani modesto ma ordinato e reattivo, che nel finale, visto che ce n’era la possibilità, ha affondato due colpi micidiali che hanno definitivamente spazzato via le residue illusioni di una squadra, di un allenatore e di una società che dall’inizio della stagione hanno messo insieme un vero e proprio museo degli orrori. Nel dopo gara era finalmente montata, anche se in colpevole ritardo, la contestazione dei tifosi e Bisoli aveva rassegnato le dimissioni. Ma stamattina l’ennesimo colpo di scena con la squadra che convinceva il tecnico a recedere dai suoi intenti, con il sorprendente beneplacito della società, con Bisoli che dirigeva l’allenamento mattutino. Perché sorprendente beneplacito? Perché siamo convinti che, pur essendo stati da sempre molto critici sulla scelta di Santopadre di ingaggiare un allenatore completamente all’opposto di quello che tanto bene aveva fatto a Perugia negli ultimi anni e avendone caldeggiato l’esonero, sia dopo la sconfitta di Ascoli, sia dopo il rovescio casalingo col Novara e la successiva sconfitta di Bari, mandarlo via dopo la sconfitta di Cesena, quando a nostro parere le possibilità di raggiungere i play-off erano già abbastanza compromesse per l’enorme ritardo dalla terza, sarebbe stato ormai tardivo e gravoso per le casse societarie. Ma con le dimissioni del tecnico però, la situazione dal lato economico si era completamente ribaltata poiché il Perugia si sarebbe potuto togliere il pesante fardello del contratto, abbastanza consistente del tecnico, che scadrà a giugno duemiladiciassette, potendo ingaggiare tranquillamente, senza doversi svenare, un nuovo tecnico, in grado di portare in porto in maniera tranquilla questa stagione (la zona play-out è a quattro punti) e iniziare a gettare in anticipo le basi per il prossimo campionato. Santopadre, invece ha preferito perseverare nella sua scelta, rivelatasi sbagliata, insistendo su un tecnico sfiduciato ormai anche da una buona parte dei tifosi. Troppo difficile, evidentemente, recitare il mea culpa sui tanti errori fatti, ultimo dei quali la recente deludente campagna di rafforzamento (o di indebolimento? ) di Gennaio. E’ lapalissiano come,  a differenza dello scorso anno quando Camplone subito dopo la fine del mercato mise insieme il massimo,  nove punti in tre partite, Bisoli sempre nelle tre partite  post-fine del mercato abbia toppato in pieno conquistando un solo punto. E allora delle due l’una. O i giocatori arrivati non sono all’altezza di quelli dello scorso anno o il tecnico non riesce assolutamente ad evidenziarne le qualità (l’exploit di Di Carmine ad Entella è emblematico in tal senso). Noi riteniamo che Bisoli abbia notevolissime responsabilità ma che quelle della società (Santopadre) che l’ha scelto e che insieme a Goretti e a Pizzimenti  ha fatto male il mercato sia a luglio che a gennaio, sbandierando ai quattro venti che con questo allenatore c’era da stare finalmente tranquilli e che l’obiettivo era quello di migliorare il sesto posto e i sessantasei punti dello scorso anno, non siano assolutamente inferiori. Evidentemente, come dimostra la vicenda delle dimissioni poi rientrate di Bisoli, l’assunzione delle proprie responsabilità non fa parte del dna di questa società, a differenza dell’allenatore al quale va almeno dato atto di averlo fatto, intestarditasi su scelte sbagliate che ci stanno portando all’ultimo terzo di campionato in una posizione di classifica, tredicesimi a quattro punti dai play-out e con i sogni di gloria ormai tramontati, MOLTO RISCHIOSA, soprattutto per una squadra SENZA GIOCO e che in ben OTTO delle QUATTORDICI  partite casalinghe non è  riuscita a segnare uno straccio di goal, una specie di record, con il “Renato “Curi” diventato facile terra di conquista per gli avversari, solo cinque vittorie e ben quattro sconfitte in quattordici gare casalinghe, nonostante il tifo incessante dei novemila supporter biancorossi.

Danilo Tedeschini