Gli alibi di Bucchi e la sindrome da pareggio

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E’ un pareggio agrodolce quello che i ragazzi di Bucchi sono riusciti ad imporre alla capolista Frosinone al “Curi”. Dolce per la prestazione “tuttocuore” che i grifoni hanno offerto nella ripresa quando il tecnico è passato ad un super offensivo tre-tre-quattro con gli azzeccati cambi di Nicastro per Ricci e di Terrani per Belmonte e dolce anche per il bel gioco praticato nella ripresa dopo un primo tempo impacciato.  Dal sapore amarognolo perché, nonostante il buon secondo tempo disputato, ancora una volta non si è andati oltre il pareggio, anche se di fronte c’era una signora squadra, la capolista Frosinone, col Perugia che continua di conseguenza a perdere posizioni in classifica, ora è ottavo col Novara, rimanendo dentro la griglia play-off solo per la miglior differenza reti nei confronti dei piemontesi. C’è poi da sottolineare, purtroppo, che ben quattro dei sei diffidati biancorossi scesi in campo sono stati ammoniti dal mediocre arbitro Abisso (che ha annullato, con la collaborazione dell’assistente, anche un gol valido a Monaco) e ben tre, Volta, Monaco e Belmonte, sono difensori titolari e il quarto, Brighi, anche ieri sera è stato tra i migliori in campo, con il povero Bucchi che sabato ad Avellino, contro la lanciata formazione irpina, dovrà inventarsi completamente il reparto difensivo, visto che, tranne il giovane Dossena, arrivato a Gennaio dalla “Primavera” dell’Atalanta e che non ha mai disputato una gara tra i professionisti, non ci sono in rosa altri centrali difensivi per la perdurante indisponibilità di Mancini. Contro il Frosinone i grifoni hanno avuto un approccio alla gara timoroso, un po’ per la forza della capolista, un po’ perché evidentemente le tossine dell’immeritata sconfitta di Ferrara, con le conseguenti critiche, a nostro parere immeritate, da parte del presidente Santopadre nei confronti del tecnico hanno avuto il loro peso.  Ma Bucchi ha dimostrato ancora una volta la sua bravura, indovinando i cambi, con la squadra che, come spesso accade, disputa buone partite sotto il profilo del gioco. Certo, come tutti gli uomini, capita anche a lui di poter commettere degli errori  ma non è certo colpa del tecnico se rispetto alle altre contendenti per la promozione diretta e per la griglia play-off il Perugia non possegga punte di categoria, se non di serie superiore, che possano tramutare in gol e punti la mole di lavoro che svolge la squadra, e anche le ultime gare contro le prime due in classifica sono lì a dimostrarlo. Ed è probabilmente questo handicap strutturale ad aver determinato il pesante gap di punti di ritardo rispetto alle prime quattro e lo scivolamento dal quinto posto assoluto all’ottavo in coabitazione attuale, scivolamento lento perché mascherato finora dai continui risultati negativi delle dirette concorrenti. Ma è bastato un turno nel quale quasi tutte le altre hanno vinto per penalizzare il Perugia dei pareggi, ben tredici su ventotto partite, con le ultime quindici che hanno visto vittorioso il Perugia soltanto in tre occasioni. Tutto questo con la trasferta di Avellino alle porte e quella successiva di Cittadella sette giorni dopo. Il destino del Grifo passa probabilmente proprio da queste due trasferte consecutive. Occorreranno almeno quattro punti per poter puntellare una classifica che, in chiave play-off, sta cominciando veramente a preoccupare.

Danilo Tedeschini