Grifo: bisognerà appellarsi ancora al mercato

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Grifo: bisognerà appellarsi ancora al mercato. La rosa, al netto del portiere, presenta lacune importanti da ripianare nella finestra invernale. E il “Curi” rimane semi-vuoto…

 

Voglio iniziare con gli auguri al “nostro” Ilario Castagner, il quale proprio oggi (18 dicembre n.d.r.) compie 77 anni.

Non solo Castagner è stato il tecnico del mitico “Perugia dei miracoli”, ma è stato l’allenatore che ci ha regalato 2 delle 3 promozioni in serie A.

AUGURI MISTER!!

Tornando all’ultima giornata di campionato, da un paio di anni – purtroppo – Perugia è diventata “terra di conquista” per il Bari.

Nella plumbea giornata di sabato, infatti, per il secondo anno consecutivo i pugliesi dell’ex Grosso – arrivati in città in crisi di classifica e risultati – escono da Curi con il pieno bottino ed una rotonda vittoria. L’ennesimo cauto 4-4-2 non ci ha protetto dall’ottava sonante sconfitta stagionale.

Certo che noi perugini abbiamo la maledizione che ce “ne manca sempre un pezzo”.

Nelle stagioni scorse, infatti, abbiamo sempre stigmatizzato l’insufficiente mercato estivo.

Abbiamo sempre sottolineato l’assurdità di “donare” tutto il girone di andata a causa della costruzione estiva di una rosa inadeguata, aspettando il mercato di metà stagione per operare i necessari correttivi ed innesti.

Quest’anno che per la prima volta da quando siamo in B in estate è stata allestita una rosa che tutti noi avevamo giudicato adeguata e competitiva, abbiamo donato lo stesso il girone di andata e tutti attendiamo ancora una volta e con trepidazione il mercato di gennaio per una svolta.

Nonostante io cerchi sempre di vedere quello che c’è di buono, mi sto anch’io convincendo che la Società debba intervenire massicciamente sul mercato di gennaio, perché questa rosa più di questo non penso che possa dare.

Continuando così rischiamo la retrocessione in Lega Pro.

Quali siano i veri motivi del fallimento di questa ottima (almeno sulla carta) rosa non lo sappiamo e probabilmente non lo sapremo mai.

Presumibilmente i motivi sono molto più semplici di tutte le fantasiose “leggende metropolitane” sorte in questi mesi.

Nel roboante calcio degli anni ’80 ricordo che nella moltitudine di pittoreschi e vulcanici Presidenti di provincia – capitanati dal mitico Costantino Rozzi di Ascoli – v’era Angelo Massimino, presidentissimo del Catania del bomber Cantarutti, presidente a cui è ora intitolato lo stadio degli etnei: l’ex Cibali.

“Self made man”, ottimo imprenditore, persona intelligentissima, ma che – in base a numerosi aneddoti – sembrava avesse grosse lacune in cultura generale.

Una di queste leggende narra che Massimino – dopo una faraonica campagna acquisti – chiese all’allenatore cos’altro mancasse. Il Mister gli rispose che – fatta la rosa – ora mancava l’amalgama ed il presidente affermò che avrebbe comprato pure quella…

Ecco: probabilmente a questo Grifo manca la “amalgama”, che – però – non si può comprare nel mercato di Gennaio.

E ciò si vede in tutte le fasi.

Quanto alla fase difensiva – come tanti stanno sostenendo – Breda dovrebbe innanzitutto capire che per giocare con la difesa a 4 ci vogliono 4 buoni difensori: 2 centrali e 2 terzini di fascia. Se ce ne hai solo 3 il modulo difensivo va necessariamente cambiato.

É facile, poi, prendersela con le incertezze del solo Rosati che non darebbe sicurezza alla difesa.  Che il portiere titolare sia in grave crisi è sotto gli occhi di tutti, ma che sia solo e tutta colpa sua, lo ritengo un alibi.

La difesa anche senza Rosati, infatti, non è apparsa impeccabile, mancando dei necessari automatismi.

Al centro l’assenza di Belmonte e Volta si fa sentire, mentre sulle fasce i vari Del Prete e Zanon non appaiono all’altezza, mentre Pajac – seppur con un rendimento altalenante – appare fuori ruolo.

Anche il centrocampo nella fase interdittiva, ha le sue colpe con tante palle ingenuamente perse e poche recuperate. Nella fase propositiva, infine, ritengo essere un “suicidio” sportivo giocare senza trequartista, pur avendone (e ottimi) in rosa.

Appare chiaro, poi, a tutti noi che spesso si arriva sul fondo, ma non si riesce MAI a fare un cross degno di questo nome.

E quando hai al centro dell’area un colosso come Cerri, sarebbe il caso che invece gli arrivasse qualche palla giocabile di testa. Non riusciamo nemmeno ad essere pericolosi sui calci da fermo, nonostante un Colombatto che all’inizio ci aveva illuso di poterlo essere.

D’altra parte – come scritto la settimana scorsa – la Fortuna dà e la Fortuna toglie.

Per fortuna, infatti – nonostante la sconfitta – la zona play out non si è avvicinata e rimane a 2 punti, come una settimana fa.

Per sfortuna, però, le condizioni atmosferiche non ci sono d’aiuto: già a Salerno il forte vento e sabato scorso la pioggia ed il campo pesante hanno penalizzato il gioco tecnico del Grifo.

Al di là, poi, della sorte e del gioco, non vanno nemmeno trascurati i numerosi errori arbitrali che – ancora una volta – hanno fortemente condizionato la gara con i pugliesi.

Se il gol (regolarissimo) di Bianco, fosse stato convalidato, probabilmente avremmo assistito a tutt’altra partita, come se fosse stato annullato il secondo gol (in fuorigioco) del Bari. Ma tant’è.

In questa situazione ci si mette una Società rigida, poco duttile e con regole assurde, mai viste prima nella nostra città.

Io – pur non essendo giornalista – trovo indebito che i Grifoni non abbiano la libertà di parlare con tutti i media, soprattutto in una comunità piccola come la nostra.

Ma che la Società divida arbitrariamente i giornalisti tra “figli” (che possono parlare con i giocatori e/o averli in trasmissione) e “figliastri” che possono vederli solo da lontano.

Che qualsiasi contatto sia strettamente, quanto rigidamente gestito dal Perugia Calcio rende ancor più lontana e anaffettiva la Società nei confronti dei propri tifosi e del tessuto sociale della città.

Anche nelle numerose occasioni di ritrovo per le Festività imminenti, la Società ha negato ai propri tifosi e giornalisti qualsiasi pubblicazione (selfie, foto, interviste), che non sia stata preventivamente quanto arbitrariamente ponderata ed autorizzata dal Perugia Calcio.

E queste “regole” non ammettono nemmeno la benché minima deroga.

Sinceramente stento a comprendere come i giornalisti riescano a tollerare tutto questo, ma – come detto – non sono giornalista e ne prendo semplicemente atto.

Evidentemente la pace, l’apertura che sto auspicando da settimane tra tutte le componenti, non rientra tra le priorità del Perugia Calcio.

Spero che tra le sue priorità rientri almeno un campionato dignitoso e la salvezza, perché fin ora – come si dice a Perugia – “gli atti nn’en belli”…

Chi mi legge ormai avrà capito che sono – sempre e comunque – un inguaribile ottimista, ma anche il mio ottimismo sta iniziando a vacillare…

Frutto di questa situazione – complice anche il pomeriggio freddo e piovoso – è stata una Curva Nord semivuota, come tutto lo stadio: poco più di 4000 presenze, compresi i tifosi ospiti.

I Gruppi – seppur decimati dagli ultimi eventi – hanno tifato oltre le proprie forze, ma come negli ultimi tempi, sono stati lasciati soli.

E sentire i baresi cantare “siete pochi per noi” fa tanto male.

La parte migliore della giornata è stata la commovente visita dei Gruppi alla mostra su Curi in centro: hanno visitato con grande rispetto la mostra ed intonato davanti ai figli cori per Renato.

Alla fine in molti avevano gli occhi lucidi.

Anche questo è Amore.

Forza Grifo.

Avv. Gian Luca Laurenzi