L’emergenza Covid-19 interrompe la fuga di spettatori dal “Curi”

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Spettatori al Curi: la media per partita scende ancora. Rispetto alla scorsa stagione

L’emergenza Covid-19 interrompe la fuga di spettatori dal “Curi”. Il trend delle presenze delle ultime sette gare, diametralmente opposto alle prime sette, stava portando anche quest’anno in rosso il bilancio finale, fermatosi ad appena 2 presenze in più a gara rispetto alla scorsa stagione

 

La gara con la Salernitana del 3 Marzo scorso, giocata a porte chiuse, è stata l’ultima prima della lunga interruzione causata dall’emergenza Covid-19. Al momento non si sa se e quando il campionato potrà ripartire ma è chiaro che se dovesse esserci una ripresa del torneo questa avverà sicuramente con le gare giocate a porte chiuse, senza pubblico, per ovvie ragioni di sicurezza.

E allora possiamo anche quest’anno andare ad analizzare il bilancio delle presenze al “Curi” in questa stagione, monca di cinque gare, quella con la Salernitana, giocata a porte chiuse e le ultime quattro, con Crotone, Pordenone, Cremonese e Trapani che, se si dovessero disputare, saranno giocate, come detto, a porte chiuse.

Ebbene, dopo cinque anni, si è interrotta l’emorragia dei tifosi dal “Curi”, anche se solo per 2 presenze in più a partita. Sono stati infatti 110.102 gli spettatori totali che hanno riempito il “Curi” quest’anno, con una media a partita di 7.864 spettatori, superiore, appunto, di 2 soli spettatori a gara a quella dell’anno scorso, la peggiore in assoluto dei cinque anni precedenti, che era stata di 7.862 spettatori a partita.

Questo sul piano strettamente numerico ma andando ad analizzare i dati in maniera più approfondita appare evidente come a salvare il Perugia dall’ennesimo record negativo di spettatori sia stata proprio l’emergenza coronavirus perchè se le cinque gare rimanenti si fossero disputate a porte aperte, per il trend negativo delle ultime sette gare precedenti disputate, quelle con il Cosenza, l’Entella, il Venezia, il Livorno, lo Spezia, l’Empoli e il Benevento che in totale hanno totalizzato 30.211 spettatori, con 7.439 spettatori di media a partita, 425 in meno della media stagionale, è facile intuire che anche quest’anno si sarebbe certamente chiusa la stagione con meno spettatori.

Eppure nelle prime sette gare disputate in casa si erano intravisti dei segnali di ripresa, la media delle partite disputate al “Curi” contro Chievo, Juve Stabia, Frosinone, Ascoli, Pisa, Cittadella e Pescara, 58120 spettatori in totale, era stata di 8.302 presenze, 438 in più della media, completamente assorbiti, però, dalla presenza massiccia di oltre 450 tifosi ospiti di media (con i 1000 ascolani, i 1000 pisani, e i 600 stabiesi che hanno alzato incredibilmente la media, oltre ai 250 frusinati, i 250 pescaresi e le meno di 100 presenze in totale tra clivensi e tifosi del Cittadella).

Non può essere certamente una consolazione il quarto posto nella classifica della media spettatori di quest’anno, dietro a Frosinone, Benevento e Salernitana, con solo 5 spettatori a partita in più della quinta, il Pisa, rispetto all’ottavo posto dello scorso anno. Non ci sono più in Serie B, infatti, rispetto alla scorsa stagione, piazze numerose come Lecce, Bari, Verona e Foggia, tutte piazzatesi davanti al Perugia che, ricordiamo, quest’anno è la città con il bacino d’utenza più grande della B dopo Salerno. Insomma, anche in questa stagione, anche se in misura minore, i tifosi si sono allontanati dal “Curi”.

Le cause? Mancanza di risultati, come dimostrano i due trend completamente diversi, quello positivo delle prime sette gare, quando il Perugia era costantemente nelle zona playoff e quello negativo delle seconde sette gare, quando il Grifo, prima è sceso in zona preliminare, poi a centroclassifica e poi appena sopra la zona playout. E, non a caso, questo è il campionato più scadente, come posizione in classifica e come punteggio totalizzato, dei sei disputati in Serie B sotto la presidenza Santopadre.

E proprio il presidente dovrebbe rendersi conto che la disaffezione dei tifosi è causata anche dalle continue delusioni, ben ventisette le sconfitte casalinghe in queste sei stagioni, e dalle promesse non mantenute (anche e soprattutto quest’anno Santopadre e Goretti avevano chiaramente affermato di puntare alla Serie A, magari anche direttamente). Forse, dopo sei campionati nei quali solo una volta il Perugia è andato ai playoff, fermandosi altre tre volte al preliminare e stazionando in due occasioni, quella con Bisoli e quella di quest’anno, in posizioni poco consone alla tradizione e alla passione della piazza, sarà il caso che la società faccia delle riflessioni serie sul futuro, anche alla luce delle difficoltà economiche che lo tsunami coronavirus porterà più o meno a tutti, perchè solo chi avrà spalle solide potrà ripartire al meglio.

Questo, infine, il riepilogo delle presenze di media a partita al “Curi” nei sei anni di B, con le differenze percentuali rispetto alla stagione precedente.

stagione 2014-15: 10.837

stagione 2015-16: 9.243 (-14,71%)

stagione 2016-17: 9.379 (+1,48%)

stagione 2017-18: 8.670 (-7,56%)

stagione 2018-19: 7.862 (-9,32%)

stagione 2019-20 (interrotta dopo 14 gare) 7.864 (+0,025%), 2973 meno del primo anno (-27,44%)

Danilo Tedeschini