Quindicesimo pareggio per Mister X Alvini

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A Cittadella si recrimina per il rigore non concesso, ma i nodi di un gioco fisico vengono al pettine. Ora per il preliminare serve vincerne 4 su 5

A Cittadella si recrimina per il rigore non concesso, ma i nodi di un gioco fisico vengono al pettine. Ora per il preliminare serve vincerne 4 su 5

 

Cominciamo dalla fine? Sì. E allora diciamo subito che il rigore che arbitro e Var non hanno assegnato al Perugia a pochi secondi dalla fine della gara di Cittadella è sembrato ci fosse. L’unico dubbio è che direttore di gara e il varista abbiano considerato che Del Fabro e Matos siano arrivati in scivolata in ritardo senza toccare il pallone e giudicato, quindi, il fallo come un semplice, duro contrasto di gioco. Ma, a nostro parere, il rigore ci poteva stare.

Detto questo, il Perugia, dopo aver giocato un primo tempo alla pari del Cittadella, ha sofferto tantissimo i veneti nella ripresa e alla fine il punto guadagnato sta molto largo ai grifoni per cui il “pianto” di Alvini in sala stampa, se da un lato può essere giustificato per il rigore non concesso, è servito a spostare l’attenzione dalle evidenti carenze di una squadra che ha buttato alle ortiche per sue colpe un’altra grossa occasione per avvicinarsi alla zona preliminare dopo il regalo che il Pordenone le aveva fatto battendo due a zero il Frosinone martedì.

Mister X Alvini ha colto il suo quindicesimo pareggio stagionale, troppi, con il Perugia ora primatista dei pareggi insieme al Parma. E con i pareggi non si va lontano e la controprova viene dalla ultime due gare in trasferta, dalle quali il Perugia doveva portare a casa tra i quattro e i sei punti per provare ad accorciare sensibilmente il distacco dall’ottava, l’Ascoli, allora davanti al Grifo di tre lunghezze, col Frosinone settimo a quattro.

Ed invece sono arrivati due striminziti pareggi, potevano addirittura essere due sconfitte, col risultato che i distacchi di tre punti dall’ottava, adesso il Frosinone e quello di quattro dalla settima, adesso l’Ascoli, sono rimasti inalterati, nonostante i ciociari abbiano perso entrambe le gare esterne, la seconda addirittura a Pordenone e i bianconeri abbiano ottenuto una vittoria e una sconfitta.

I nodi sul gioco fisico, molto dispendioso e indirizzato principalmente a distruggere quello avversario, stanno venendo al pettine con l’evidente calo fisico della squadra nei secondi tempi.

Quel gioco che aveva creato sconquassi nel rendimento casalingo, il peggiore di tutti i tempi in Serie B e che, invece, era stato molto redditizio fino a poco tempo fa in trasferta, anche lontano dal “Curi” comincia a scricchiolare, con l’unica, fortunosa vittoria nel recupero a Reggio Calabria nelle ultime quattro trasferte, incastonata tra la sconfitta, per la verità immeritata, di Brescia e questi due ultimi pareggini in casa della penultima, il Crotone e di un Cittadella in crisi di risultati tra le mura amiche, ben sei le sconfitte al “Tombolato” dei veneti, con cinque pareggi.

A Cittadella Alvini ha schierato una squadra più propositiva, inserendo D’Urso dietro De Luca ed Olivieri, preferendo Beghetto a Lisi con Kouan e Burrai a centrocampo, e nel primo tempo le scelte hanno pagato, con un Perugia, alla pari dei veneti, vicinissimo al gol con De Luca, imbeccato da un delizioso cross di D’Urso, con Kastrati che volava per mandare in angolo il preciso colpo di testa, anche se pure i padroni di casa sfioravano il vantaggio in un paio di circostanze.

Nella ripresa l’evidente calo, anche di qualità, complice anche la “solita” sostituzione di D’Urso con Segre dopo soltanto una decina di minuti. Il Cittadella sfiorava il vantaggio in almeno tre occasioni, con Chichizola fenomenale sul colpo di testa di Del Fabro, mentre il Perugia recriminava al novantaquattresimo per la mancata concessione del rigore. Troppo poco per ambire a traguardi importanti.

Tre punti non sarebbero impossibili da rimontare, ma calendario e gioco del Perugia non lasciano molti spazi alla fiducia.

Tra l’altro c’è un certo Parma, arrivato a tre lunghezze dai grifoni, che se pur lontano sei lunghezze dal Frosinone, si sta facendo sotto a suon di gol del suo gioiellino Bernabè, con i ducali scenderanno al “Curi” alla terzultima giornata.

La sconfitta del Frosinone ha fatto scendere a sessanta la quota preliminare, ma al Perugia servono sempre quattro vittorie per arrivarci, con tre successi e due pari si arriverebbe a cinquantanove e potrebbero non bastare.

Ma questa squadra è in grado di vincerne quattro su cinque tra Pisa, Parma e Monza in casa e Vicenza e Ternana fuori o, comunque, di vincerne due su tre in casa, pareggiando la terza e vincerne una tra Terni e Vicenza in trasferta, pareggiando l’altra, sperando magari di arrivare ottava a cinquantanove punti grazie agli scontri diretti favorevoli con i ciociari?

Noi nutriamo molti dubbi,  ma saremmo i primi ad essere contenti se Alvini e i suoi ragazzi ci smentissero clamorosamente.

Danilo Tedeschini