Ferri Marini: “A Fano il ricordo più bello”

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Ferri Marini: “A Fano il ricordo più bello”. L’ex attaccante del Grifo ricorda la partita che ha sancito l’ultima promozione in C1: “Era come giocare a casa, quell’anno eravamo un gruppo fantastico. E su Murano…”

 

A quasi 9 anni di distanza il Perugia torna a giocare in quel di Fano.

L’ultimo precedente risale al 25 aprile 2012, quando il Grifo di mister Battistini colse un successo per 3-1 in rimonta che consegnò ai biancorossi la certezza della promozione dalla C2 alla C1.

Mattatore di quella partita (con una fantastica doppietta) fu l’attaccante biturgense Daniele Ferri Marini che abbiamo raggiunto telefonicamente per ricordare quel match e non solo.

Grazie per la disponibilità Daniele. Ti abbiamo contattato per parlare di quella famosa gara al “Mancini” di Fano del 2012… Ti ricordi?

“Come posso dimenticare? Di quel Fano-Perugia conservo senza dubbio i ricordi più belli della mia carriera. Fare una doppietta in una partita non semplice, con quell’atmosfera, fu un qualcosa di fantastico. Mi ricordo circa 1500 tifosi biancorossi in trasferta, in pratica era come giocare a casa quel giorno. Fu un giorno speciale”.

In quella stagione eravate davvero un bel gruppo…

“Confermo. Ancora con molti spesso ci sentiamo. Soprattutto con i più ‘vecchi’ tipo Anania e Clemente. Molti li ho rincontrati anche sul rettangolo verde, altri comunque ho avuto la possibilità di rivederli giocare”.

Come arrivò la chiamata del Perugia all’inizio di quella trionfale stagione?

“L’anno precedente, quando giocavo col Sansepolcro in D, feci una doppietta proprio al Perugia alla prima giornata impressionando bene gli addetti ai lavori. Poi la chiamata del direttore Arcipreti e di mister Battistini arrivò nell’aprile di quella stagione (era il 2011, ndr). Non ebbi alcuna esitazione ad accettare. Ricordo che segnai nelle prime amichevoli estive e i tifosi mi dedicarono subito un coro. Da brividi”.

Aldilà della gara di Fano che rappresentò il culmine di quella splendida annata, durante il campionato facesti vedere cose importanti…

“Ricordo di aver fatto subito bene, poi arrivò un infortunio che mi tenne fuori un po’ di tempo. Comunque nel girone di ritorno sono tornato a giocare e a segnare. Speravo di essere confermato anche per la stagione successiva, ma la società, che nel frattempo aveva cambiato proprietà, fece altre valutazioni e preferì mandarmi in prestito all’Aprilia. Accettai perchè volevo giocare con continuità e al Perugia c’erano già molti attaccanti. Poi negli anni successivi non c’è stato più modo di tornare, peccato”.

Segui ancora il Perugia? Se sì, che idea ti sei fatto della retrocessione della scorsa stagione? Sorpreso o in qualche misura te lo aspettavi?

“Purtroppo la retrocessione è stata una cosa molto triste. Mi piace sempre seguire con attenzione le squadre in cui ho giocato perchè ci rimango affezionato. Devo dire che il Perugia, aldilà dei demeriti, è stato anche molto sfortunato. La lotteria dei rigori col Pescara è stata amarissima. Però, smaltita la pesante delusione, si può e si deve ripartire. Credo che la squadra lo stia facendo nel migliore dei modi”.

Dell’attuale Perugia ci sono due giocatori che conosci bene e sai di chi parlo. Cosa ci dici di loro? 

“Ti riferisci a Moscati e Murano. Con Moscati, ai tempi del Grifo, condividevo lo stesso appartamento, siamo quindi molto amici. Con Murano invece ho giocato al Potenza nella scorsa stagione. Lui non né è una punta da 20 gol né un’ariete d’area di rigore. Ma si sacrifica molto e fa giocare bene la squadra. Quando per lui è arrivata la chiamata del Perugia ci siamo sentiti: gli ho detto senza tanti giri di parole di accettare. Insieme, al Potenza, abbiamo fatto una buonissima stagione, purtroppo troncata da questo maledetto virus. Eravamo quarti al momento dello stop, ma avevamo una squadra molto esperta e potevamo giocarcela alla grande anche in eventuali play-off. Aver concluso così lo scorso campionato rappresenta un grandissimo rammarico”.

Dopo Potenza hai fatto una scelta senza dubbio importante: quella di tornare in Serie D tra le fila del Trento. Come mai?

“Ho scelto Trento perchè hanno un progetto molto importante e ambizioso. Vogliono puntare subito alla C e successivamente anche alla B. C’è anche la volontà di costruire un centro tecnico. Sono molto contento di questa scelta, anche se sono dovuto scendere di categoria. Ma non è un problema: io voglio sempre lottare per vincere e soprattutto voglio essere protagonista. Opportunità che in Trentino mi hanno dato”.

Come state andando in campionato?

“Direi abbastanza bene, anche se abbiamo avuto problemi di Covid e ci sono gare da recuperare. E’ un’annata strana per tutti, tra partite rimandate e stadi vuoti. Senza i tifosi è anche difficile trovare concentrazione e stimoli. Però sono sacrifici che per ora dobbiamo fare se vogliamo giocare”.

Pensiamo un attimo al futuro. Se un giorno arrivasse una nuova chiamata del Perugia? 

“Sarebbe bellissimo tornare a giocare al Grifo. Ci spero sempre. Tornerei molto volentieri per i tifosi e per il fatto che sarei di nuovo vicino casa (Sansepolcro, ndr)”.

Intervista a cura di Nicolò Brillo